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Luigi Spera torna libero. La Cassazione aveva escluso il reato di terrorismo

Il tribunale del riesame di Palermo ha ordinato «l’immediata scarcerazione» di Luigi Spera. Per lui restano l’obbligo di firma e quello di dimora nel comune di residenza. Dovrà inoltre evitare di allontanarsi dalla sua abitazione in orario notturno, tra le 20.30 e le 7.

Ieri i giudici siciliani si sono pronunciati sull’istanza di riesame avanzata dal legale di Spera, l’avvocato Giorgio Bisagna, dopo che il 13 settembre la Cassazione aveva escluso dalle accuse l’aggravante terroristica e riqualificato le ipotesi di reato.

Quella principale è passata da «atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi» a «danneggiamento a seguito di incendio» (che prevede la reclusione tra sei mesi e due anni).

Il vigile del fuoco Spera è finito nei guai per un’azione dimostrativa alla sede palermitana della Leonardo, primo produttore di armi nell’Ue secondo l’osservatorio The Weapon Watch, che risale a due anni fa. Per gli stessi fatti sono a processo, dopo lo stralcio di tre posizioni, altre due persone su cui pendono capi di imputazione minori.

La sera del 26 novembre 2022 un gruppo di attivisti, poi identificati dalla questura e ricollegati al centro sociale Ex Carcere e al movimento Antudo, aveva lanciato dei fumogeni e forse una molotov per chiedere l’interruzione della fornitura di armi alla Turchia, protagonista in quei giorni di bombardamenti contro i civili curdi. Dalla protesta era scaturito un piccolo incendio.

A giugno 2023 Spera e gli altri indagati avevano ricevuto una perquisizione. Intanto la procura ipotizzava, solo nel suo caso, l’aggravante terroristica: l’azione avrebbe ambito a influenzare il comportamento della Leonardo e dell’Italia, terrorizzando la popolazione. A marzo 2024 il pompiere è finito dietro le sbarre ma il gip ha escluso le finalità eversive, tornate invece con la successiva pronuncia del tribunale del riesame sui ricorsi di difesa e pm.

Così dal carcere Pagliarelli di Palermo Spera è stato trasferito in quello di massima sicurezza di Alessandria, dove è rimasto fino a ieri sera. Per la scarcerazione è stata decisiva la sentenza della Cassazione relativa alle misure cautelari, che ha fatto cadere le accuse di terrorismo: secondo i giudici di massimo grado l’azione incriminata non era in grado, da un punto di vista oggettivo, di forzare le decisioni dello Stato.

Di «ingiusta detenzione con accuse spropositate» ha parlato ieri in un comunicato Antudo – movimento siciliano che si definisce «per l’autodeterminazione e l’autogoverno dei territori» – il quale ha ricordato come durante questi mesi «le iniziative contro la guerra e l’invio di armi da parte dello stato italiano si sono moltiplicate in tutta Italia e oltre».

La notizia è stata commentata positivamente sui suoi canali social dall’europarlamentare Ilaria Salis, che a inizio settembre era andata a trovare in cella il vigile del fuoco.

«Sono soddisfatto perché si può mettere la parola fine alle accuse di terrorismo, almeno per quanto attiene la fase cautelare. Sono fiducioso che anche in sede dibattimentale si potrà fare chiarezza su quanto accaduto per restituire la dignità a Luigi e agli altri coimputati», afferma Bisagna.

Nel filone processuale l’aggravante eversiva rimane, sebbene esca decisamente indebolita da quanto stabilito in corte di Cassazione. La prossima udienza si terrà il 20 dicembre.

* da il manifesto

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