Alcuni giorni fa, sui canali sionisti social, Telegram e Facebook, “Free4Future” e “Israele Senza Filtri”, è apparsa una invettiva violenta, falsa e diffamatoria che mette nel bersaglio con nome e cognome e foto, 2 giornalisti, 2 attivisti e il presidente della Regione Emilia-Romagna.
Il post dal titolo “Intifada contro la tua sicurezza informatica” fa riferimento alla vicenda della Tekapp, azienda italo israeliana di Formigine (MO), che si occupa di cybersecurity e nel suo sito vanta legami con la divisione 8200 dell’esercito israeliano, sottolineando che la sua unità a Tel Aviv si avvale di hacker provenienti dall’esercito israeliano.
A cui è seguito un secondo post dal titolo “Modena non torna indietro. Chi sono quelli che vogliono il 1938” in cui si viene accusati di razzismo, antisemitismo e nazifascismo!

In seguito all’inchiesta della giornalista Linda Maggiori, sulle colonne del Manifesto, e ad una campagna di pressione e sit-in di Modena per la Palestina, BDS e altri gruppi di difesa dei diritti umani (iniziative corrette nei modi, nei toni, legali e autorizzate), la Regione Emilia Romagna ha tolto il patrocinio all’annuale summit “Zero Trust Cyber Security Summit 2025” della Tekapp, che vedeva la partecipazione di esperti hacker da Tel Aviv. Inoltre una nota azienda emiliana ha negato l’uso della sua sede, inizialmente concessa per tale iniziativa, costringendo la Tekapp a trovare un altro luogo per il convegno.
I siti sionisti, nella loro pubblicazione, hanno distorto completamente la realtà, insinuando con toni diffamatori che dietro ai militanti e ai giornalisti citati, si celerebbero interessi oscuri riconducibili a Cina, Russia, Qatar – che, si evince, avrebbero pagato la giornalista per l’inchiesta e gli attivisti per favorire gli attacchi hacker delle “potenze nemiche”! Addirittura nei confronti della giornalista Linda Maggiori, titolare dell’inchiesta, si scrive che sarebbe “autrice di aggressioni” e che avrebbe scritto “inviti al linciaggio”.
Ovviamente tutte frasi diffamatorie e false. La giornalista, così come gli attivisti, non hanno mai criticato l’azienda di Formigine in virtù dell’appartenenza religiosa del suo fondatore – affermazione sconclusionata riportata nel post diffamatorio – né sono mai scivolati in dichiarazioni antisemite, totalmente estranee alla matrice antifascista degli organismi pro Palestina modenesi.
L’azienda Tekapp è stata oggetto di critica esclusivamente per i suoi esibiti legami, esplicitati nel sito, con un esercito genocidario, dentro l’attuale contesto di guerra e pulizia etnica. L’antisemitismo non c’entra né con le critiche ad Israele né con i lauti profitti del settore militar-industriale di quel paese.
Lo stesso presidente della regione ER, De Pascale, non ha mai citato direttamente la Tekapp ma ha chiesto pubblicamente la cessazione dei rapporti tra l’Ente che guida e lo Stato di Israele, sino a che perdurerà l’azione militare condotta contro il popolo palestinese.
È bene ricordare che la Tekapp non ha mai chiesto una rettifica al quotidiano de Il Manifesto per l’articolo firmato da Linda Maggiori, o che fosse pubblicata una sua risposta di smentita o di presa di distanza dall’operato del governo israeliano, né tanto meno ha diffidato la giornalista. Anche perché i legami con l’esercito israeliano sono stati a lungo pubblicizzati proprio dai vertici aziendali e utilizzati proficuamente per il proprio marketing.
Nel sito aziendale (fino a qualche mese fa) si pubblicizzava l’unità di hacker israeliani perfino con un depliant dal titolo “adotta il tuo cecchino” – poi rimosso dal sito, insieme ad altro materiale, quando il ruolo della Tekapp è cominciato ad emergere a livello pubblico.
Il sito sionista si è lanciato in invettive ad personam contro il giornalista modenese Flavio Novara di Alkemia News.it, definito “noto estremista”; contro il presidente della Regione definito “utile idiota”; contro due attivisti, Giovanni Iozzoli definito “personaggio oscuro” e Manuela Ciambellini, “sostenitrice della battaglia di Hamas”.
Ma ad essere oggetto dell’attacco dei social sionisti sono state soprattutto le associazioni “Modena per la Palestina” e “BDS sez. Modena”, organizzazioni libere di cittadini modenesi che hanno a cuore la difesa dei diritti umani e civili.
Grave è anche la delirante conclusione del post: “Chi c’è dietro? Chi li paga? Nel polverone razzista ed estremista, il vero obiettivo sono i tuoi dati e i brevetti”. Affermazione che lascia intendere che dietro le persone e le sigle citate esista una vera associazione criminale che tira i fili.
Mettere nel mirino giornalisti che esercitano la loro professione e attivisti per i diritti umani – nonché il Presidente De Pascale -, con insinuazioni così rozze e insultanti, evidenzia e conferma il valore civile della nostra mobilitazione e delle nostre inchieste; ma evoca anche un clima di intimidazione e di minaccia per le possibili ripercussioni che potrebbero ricadere su cittadini mobilitati in difesa del rispetto del diritto internazionale e delle istituzioni che lo dovrebbero preservare – vedi la forsennata campagna internazionale condotta contro Francesca Albanese.
Questo sì che è un problema per la sicurezza nazionale.
Del caso della Tekapp ci eravamo occupati già a maggio scorso sulle pagine del nostro giornale
Leggi l’inchiesta pubblicata da Alkemia news
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Qui di seguito i minacciosi post dei sionisti in circolazione su Telegram e Facebook
L’INTIFADA CONTRO LA TUA SICUREZZA INFORMATICA
Vogliono aziende e amministrazioni senza difesa
CHI C’E’ DIETRO DAVVERO?
C’è chi vuole il nostro paese disarmato. Le nostre aziende e le nostre amministrazioni indifese, vittime degli hacker?
Sotto attacco c’è un’azienda italiana, una delle più avanzate nel settore della sicurezza, un’azienda-pioniere che promuove un approccio proattivo alle minacce informatiche.
Attaccano un’azienda italiana per il doppio passaporto e per la religione del suo proprietario e soprattutto perché distribuisce la più avanzata tecnologia israeliana per la sicurezza, come fanno altre aziende del nostro paese.
Tecnologia approvata e certificata dalla pubblica amministrazione.
È come quando vogliono impedirti di curarti, perché la loro ideologia è più importante della tua salute. Ma questa volta è in gioco la tua sicurezza.
Chi attacca la tua sicurezza
I nomi li conosciamo. Si chiamano, Linda Maggiori una giornalista de“Il Manifesto”: autrice di aggressioni e inviti al linciaggio sotto la copertura della causa ProPal
Ci sono “Modena per la Palestina” e “BDS Modena”, le organizzazioni di personaggi oscuri come Giovanni Iozzoli (condannato per diffamazione), Flavio Novara (noto estremista) e Manuela Ciambellini, che sostengono la battaglia di Hamas, l’organizzazione terrorista sponsorizzata dal Qatar, uno dei maggiori protagonisti della guerra ibrida, informativa e forse anche informatica
E poi ci sono gli “utili idioti” di questa battaglia contro la nostra sicurezza, come il Presidente di Regione, Michele De Pascale, che lancia un’intera regione in una guerra ideologica che rischia di essere costosissima per i cittadini e le aziende della nostra regione.
Chi c’è dietro? Chi li paga?
Nel polverone razzista ed estremista, il vero obiettivo sono i tuoi dati e i brevetti.
Tekapp combatte le grandi reti di hacker. Sappiamo che a organizzarli sono potenze come la Cina, la Russia, il Qatar. Guarda caso le stesse che sostengono e armano Hamas, il terrorismo, l’Iran.
Chi paga l’Intifada contro la tua sicurezza? Chi sta davvero attaccando la risposta italiana più avanzata al cybercrime internazionali? La risposta non è difficile.
Difendi chi ti difende. Ne va della tua sicurezza, e di quella delle tue aziende.
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Da “Israele senza filtri” su Telegram
MODENA NON TORNA INDIETRO
CHI SONO quelli che vogliono il 1938
A Modena è di nuovo tempo di difesa della razza. 87 anni dopo il tragico gesto di Angelo Fortunato Formiggini, il sangue torna a essere una colpa.
Un’azienda italiana, Tekapp, guidata da un italiano Daniel Rozenek, è di nuovo sotto l’attacco di un’ideologia di odio e di esclusione, che lo colpisce perché in possesso di un doppio passaporto italiano e israeliano.
E allora, come nel 1938, si affiggono cartelli all’ingresso. La proprietà ebraica oggi si chiama “sionista”. L’aggressione è la stessa. I bersagli anche.
Chi sono i responsabili di questo 1938 modenese?
Una “giornalista”, Linda Maggiori e i suoi violenti articoli su “Il Manifesto”: aggressioni, inviti al linciaggio per colpa di sangue e di passaporto
Organizzazioni come “Modena per la Palestina” e “BDS Modena” Sono le organizzazioni di personaggi oscuri come Giovanni Iozzoli (condannato per diffamazione), Flavio Novara (noto estremista) e Manuela Ciambellini e che vogliono importare in una terra antifascista il grido di Hamas, un’organizzazione che per gli ebrei ha in mente lo sterminio, e lo dice chiaro.
E purtroppo, un Presidente di Regione, Michele De Pascale, che lancia un’intera regione in una guerra ideologica oscena, che offende le vittime del terrorismo, gli ostaggi, e rischia di essere costosissima per tutti i cittadini Emiliano-Romagnoli.
Ci sono a rischio la salute, la sicurezza dei cittadini, il ruolo di una Regione per cui l’innovazione diventa una colpa, se ha il sangue sbagliato.
È il ritorno dell’ideologia volenta, e della persecuzione.
Non passerà
Giù le mani dall’uguale dignità di tutti, dagli ebrei modenesi, dalla nostra libertà di scegliere e di innovare. Dal nostro diritto a non essere perseguitati per origine, passaporto, o idee.
C’è un solo nome per questa violenza: nazifascismo.
A Modena non è mai passato, e non passerà mai.
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Giuseppe Scali
Sono pienamente solidale con i giornalisti e le altre persone assalite in modo violento e falso da questa gentaglia che in nome della LORO religione mente, insulta, minaccia. Sostengono chi ruba terre e case altrui, chi in nome del LORO Dio uccide a centinaia di migliaia esseri umani indifesi… I palestinesi sono semiti, Questi sionisti, amici dei potenti, con le mani macchiate di sangue innocente, si guardino allo specchio . SONO LORO oggi i veri antisemiti. Giuseppe Scali