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Regione Piemonte, entra la Guardia di finanza

Una quindicina di uomini della Guardia di Finanza è negli uffici dei gruppi politici del Consiglio Regionale del Piemonte per acquisire documentazione relativa alle spese degli stessi gruppi. L’acquisizione avviene nell’ambito di un’indagine conoscitiva avviata nei giorni scorsi dalla Procura di Torino.
L’acquisizione dei documenti sta avvenendo negli uffici di tutti i gruppi consiliari e – da quanto si è saputo – riguarda le spese sostenute dai gruppi a partire dal primo gennaio 2008. Nell’operazione sono impegnati gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Torino della Guardia di finanza, ai quali i pm Andrea Beconi ed Enrica Gabetta, titolari dell’inchiesta, hanno delegato le indagini.
L’inchiesta riguarda i bilanci dei gruppi del Consiglio regionale del Piemonte ed è nella fase iniziale. Al momento – da quanto è trapelato – i pm non hanno formulato ipotesi di reato e non vi sono persone sottoposte a indagini. Il senso degli accertamenti è verificare se ci sono casi di malversazione dei fondi o di irregolarità nella rendicontazione di spese e nelle richieste di rimborso, o di percezione irregolare di benefit.

I finanzieri sono già stati negli uffici del Pd e del Pdl. Avrebbero anche lasciato una richiesta di consegna di altri documenti entro una data che per il momento è ancora sconosciuta.
I gruppi presenti in consiglio regionale sono una dozzina.

Commento: singolare, in ogni caso. Da quanto riferiscono le prime agenzie, non sembra che l’iniziativa si sia mossa in base a una “notizia di reato”; la Procura si sarebbe mossa sulla base di una generica “possibilità” che ve ne fossero visto che in altre regioni ci sono stati casi clamorosi. Detto sommessamente e in attesa di conoscere altri particolari decisivi: se è così, la procura di Torino si muove su un terreno che con la democrazia ha poco a che fare. Disporre perquisizioni e acquisizioni di “atti”, ripetiamo: in assenza di notizia di reato” (ovvero di una denuncia o di un fatto), sarebbe grave anche nel caso di cittadini privati. Diventa molto – mooolto – problematico nel caso di una qualsiasi organizzazione politica o sindacale. Diventa problematicissimo – oltre i limiti – per dirla tutta – nel caso di una istituzione pubblica.
A quanto pare, si sta rapidamente procedendo allo smantellamento della rappresentanza istituzionale tradizionale. A tutti raccomandiamo di saper distinguere “la scopa” e “la spazzatura”.

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