Martedì abbiamo dato la notizia della perquisizione per mano dei Carabinieri contro otto attivisti e attiviste del Movimento per il diritto all’abitare di Roma, finiti sotto indagine della Procura di Roma per il cosiddetto “racket delle occupazioni”.
L’accusa è di estorsione di somme variabili tra i 3€ e i 5€ mensili per nucleo familiare “residente” negli immobili occupati insieme al Movimento.
Se non vi è già venuto da ridere sull’accoppiata estorsione-3€, proviamo di seguito a comprendere meglio il momento politico e giudiziario in cui avviene questa operazione repressiva.
La questione dell’abitare nell’inchiesta sul Modello Milano
La questione dell’abitare è salita agli onori della cronaca per la vicenda del crollo del “Modello Milano” dovuto all’indagine che ha portato 74 esponenti del mondo politico e imprenditoriale sotto accusa da parte della Procura di Milano.
Il modello emerso dalle indagini è forse l’emblema della gestione affaristica dello sviluppo della città, a tutto vantaggio della speculazione finanziaria e del consenso costruito – letteralmente – attorno ai suoi rappresentanti istituzionali come il sindaco Sala (Pd). Ai cittadini invece non resta che una città cementificata, disfunzionale, senza alloggi popolari e con i prezzi delle abitazioni alle stelle.

La denuncia del movimenti per l’abitare
Questo modello è al centro della denuncia portata avanti dai movimenti per l’abitare, che riconoscono nelle occupazioni non il sopruso di un diritto verso il resto della cittadinanza, ma uno strumento di lotta per la rottura del modello in questione, contro cui organizzano e si assumono la responsabilità della “lotta senza compromesso”.
Questa radicalità nel rappresentare l’alternativa è spesso al centro della propaganda politica contro le occupazioni (si veda il recente manifesto della Lega), su cui adesso, con ottimo tempismo, accende un faro anche la Procura di Roma.
L’abitare come base di una alternativa sociale e politica
Per i movimenti, l’abitare non è che la pietra angolare di un’alternativa radicale a questo modello di società, “bisogno base” che permette l’accesso ai diritti connessi alla residenza e che crea le condizioni per lo svolgimento di una vita dignitosa.
Non a caso, non sarà sfuggito ai più la presenza in massa del Movimento romano alle due manifestazioni del 15 marzo a p.zza Barberini e 21 giugno a p.zza Vittorio, in cui un pezzo di Paese è sceso in piazza per dire no alla guerra, alle spese militari, all’esercito europeo e al genocidio in Palestina.
Il Procuratore capo a Roma
L’indagine contro il Movimento è partita dalla Procura di Roma, guidata da Francesco Lo Voi. Esponente della corrente Magistratura indipendente (Mi, riferimento del centrodestra), un passato nel Fronte della gioventù, Lo Voi nel 2021 ha vinto la corsa a p.zzale Clodio contro quel Marcello Viola (anche lui di Mi) che oggi dirige l’indagine proprio sul Modello Milano.
Nonostante la cronaca avesse attribuito alla destra la spinta decisiva per Lo Voi, da inizio anno tuttavia il magistrato è al centro dello scontro tra magistratura ed esecutivo sia per il caso Almasri, sia per la gestione di alcuni atti dell’Aisi (servizi segreti interni).
Lo scontro tra Lo Voi e il governo Meloni
Nel primo caso, Lo Voi ha inviato al consiglio dei ministri un fasciolo a carico della premier Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi. Nel secondo, il magistrato è al centro delle polemiche per la gestione di alcuni atti relativi ai servizi interni.
Contro Lo Voi, il governo ha sguinzagliato proprio i servizi segreti. Il Dipartimento di informazione e sicurezza (Dis), l’agenzia che regola l’attività dei servizi interni ed esterni (Aisi e Aise), ha depositato un esposto alla Procura di Perugia sull’operato dei pm della capitale diretti da Lo Voi.
Il controllore del controllore, ossia la Procura di Perugia
La competenza sull’operato dei magistrati di Roma è nella mani della Procura di Perugia, su cui oggi siede Raffaele Cantone. Esponente di Area (ex Magistratura democratica), simpatie missine, stimato da Berlusconi e da Renzi, Cantone secondo il quotidiano Domani sarebbe il prescelto dal governo proprio in caso di sostituzione di Lo Voi alla Procura di Roma.
Paradossalmente, siamo davanti a un autentico cortocircuito, con un esponente della corrente conservatrice che piccona sul governo Meloni, il quale si affida a un’area-dem per indebolire la controparte.
C’è gloria anche per i Carabinieri
Tornando ai fatti di martedì, non possiamo non segnalare un ritrovato “protagonismo” dei Carabinieri, un po’ in ombra nei recenti sviluppi giudiziari con “valore politico” come le ultime indagini sul Modello Milano e sul caso dell’europarlamentare del Pd Matteo Ricci, entrambe gestite in primis dalla Guardia di Finanza.
Un colpo alla botte per la Procura di Roma?
Siamo certi che tra i corridoi di piazzale Clodio quest’ultima iniziativa repressiva contro il Movimento per l’abitare romano possa mettere d’accordo sia la destra di governo, sia la finta opposizione di centrosinistra.
Per i primi, gli “okkupanti” vìolano il sacro diritto della proprietà e l’indagine contro di loro potrebbe servire ad abbassare un po’ i toni nello scontro della Procura con l’esecutivo. Dopo tutto, va bene indebolire il Pd a Milano, ma c’è sempre un “Salva Milano” da far votare in Parlamento.
Per i secondi, è sicuramente utile un colpo a quel malessere sociale che vuole trovare un’ipotesi di crescita a sinistra del campo largo. Il Movimento per il diritto all’abitare è al centro di questa ipotesi, come dimostra l’ondata di solidarietà che ha ricevuto nelle ore successive alle perquisizioni.
La Procura di Roma potrebbe dunque aver scelto di prendere due piccioni con una fava, sviando l’attenzione mediatica dai numerosi casi che ne affollano l’agenda.
La complessità da gestire
In sintesi, l’indagine contro i compagni e le compagne del Movimento si inserisce in un clima in cui la speculazione edilizia subisce una dura batosta a Milano – e non ci sembra peregrino immaginre ripercussioni nelle altre metropoli del Paese; la lotta tra governo e magistratura e la repressione del dissenso si fa sempre più intensa, come dimostrano la legge sulla separazione delle carriere e il dl sicurezza; cresce nel Paese l’opposizione al riarmo, alla Nato e al genocidio in Palestina, temi che mettono sotto pressione tutto l’arco parlamentare; anche nella magistratura si riflette la crisi di legittimità della democrazia in tutto l’Occidente, palesata in Italia dalla vicenda Palamara.
Per quanto ci riguarda, non ci resta che rinnovare la nostra solidarietà al Movimento per il diritto all’abitare di Roma, confidenti di vederli presto numerosi e decisi come sempre nelle prossime piazze dell’autunno.
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