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Stamina. Il giudice Guariniello rompe gli indugi

Il pm di Torino Raffaele Guariniello ha ipotizzato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, nonché alla truffa, contro Davide Vannoni e alcuni medici (tredici in tutto gli indagati per ora),  per i quali è già stato chiesto il rinvio a giudizio. Le vittime sarebbero una settantina, tra quelle che hanno sporto denuncia e quelle identificate dai carabinieri. Secondo il magistrato torinese la Stamina Foundation avrebbe chiesto ai pazienti e alle loro famiglie tra i 25 mila ai 50 mila euro, che sarebbero stati versati con un bonifico a titolo di donazione, perchè i trattamenti in sé non erano permessi in quanto non riconosciuti dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Agenzia Italiana del Farmaco.

Trasmissione di virus, insorgenza di tumori ed altri effetti: sono numerosi i rischi per la salute del metodo Stamina secondo l’inchiesta aperta dal pm Guariniello alla procura di Torino. L’elenco completo è contenuto in un documento redatto dal pm e dai suoi collaboratori già dal 2012. Gli effetti negativi collaterali delle cure con il metodo Stamina erano legati anche al fatto che lo staff di Davide Vannoni operava in “locali di cui non erano certificate la sterilità e l’adeguatezza”. Quanto ai rischi potenziali, l’elenco è particolarmente lungo ed è suddiviso in base ai vari passaggi del procedimento. La biopsia midollare, la manipolazione delle cellule staminali, le reintroduzioni mediante puntura lombare, i “medicinali imperfetti”, viste anche le condizioni di lavoro, non erano esenti da controindicazioni anche gravissime: si parte da “nausea e cefalea” per arrivare alle meningiti batteriche, dagli ematomi ai traumi midollari, fino alle “localizzazioni cellulari atipiche e incontrollate” e al “rischio di insorgenza di tumori dovuti alla possibile selezione/trasformazione di cellule preneoplastiche durante le manipolazioni in vitro”.

La “terapia” Stamina di Davide Vannoni spesso veniva effettuata negli scantinati di edifici di varie località italiane ed anche nella Repubblica di San Marino, è scritto nelle carte dell’indagine della procura di Torino. L’Ordine dei medici aveva bocciato come inidonee le strutture già nel 2008. L‘indagine della procura di Torino, era stata chiusa nel 2012, ma è stata quasi subito riaperta e integrata con altri elementi.

La terapia con il metodo “Stamina Foundation” è stata definita ‘Pericolosa’ e ‘scadente’ nei verbali del tavolo tecnico composto da Nas, Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale Trapianti e Agenzia del Farmaco (Aifa) aveva giudicato la tecnica Stamina. In modo particolare si valuta come  ”Preoccupante  la pratica di utilizzare cellule provenienti da un paziente e infuse in un altro paziente”. ”Per quanto riguarda la dose di infusione, la si potrebbe definire ‘omeopatica”, si legge nel documento elaborato dai quattro organismi.

Il settimanale L’Espresso riferisce che il presidente della Fondazione Stamina, Davide Vannoni, ha conferito “i diritti mondiali esclusivi” per l’utilizzo della sua discussa cura in una società svizzera. La società si chiama Biogenesis Research ed ha sede a Lugano, al pari di un’entità gemella battezzata Biogenesis Tech, che ha invece il compito di realizzare delle “cell factories”, come vengono definite nei documenti ufficiali, in giro per il mondo, a cominciare proprio dalla Svizzera, da Hong Kong e dal Messico. Il business della speranza, soprattutto per chi non vede più possibilità di cura, continua a macinare.

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