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Lotta al Covid. Restiamo con i piedi per terra

Visto che facebook ha censurato questo articolo della dott. Elisabetta Canitano, nel quale vengono ricostruiti questi due anni di tentativi di contrastare con ogni mezzo la pandemia di Covid 19, lo ripubblichiamo sul nostro giornale.

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Nel febbraio del 2020 si diffonde la notizia di una malattia respiratoria che gira per il pianeta. Noi veniamo colpiti per primi, dopo la Cina, e con una durezza che non immaginavamo, complice la sottovalutazione in Lombardia. Invece di chiudere tutto Confindustria lancia lo slogan “Bergamo is running” per non fermare gli scambi industriali e questo sarà la condanna a morte per moltissime persone.

All’inizio non capiamo proprio di cosa si tratta. Non capiamo come si trasmette. Laviamo persino la spesa, unica cosa che ci è concessa fare, visto che siamo chiusi in casa.

Dalla Francia arrivano due segnalazioni. Una che dice che è possibile combatterla con l’idrossiclorochina, una che dei pazienti giovani trattati con FANS sono morti rapidamente, come non avrebbero dovuto.

Da qui si scatena il panico e l’uso di non prescrivere i fans, e di sostituirli con il paracetamolo. Per quello che riguarda l’idrossiclorochina il servizio sanitario riserva a sé la sperimentazione, sostenendo che non c’è motivo di lasciarlo alla libera prescrizione dei medici prima che si capisca se funziona o no, e altri malati ne hanno bisogno, soprattutto quelli affetti da artrite reumatoide.

Allo stesso modo quando si capisce che il virus usa il recettore ACE2 come recettore di ingresso, gira per non pochi mesi l’idea di sospendere la cura con i sartani ACE inibitori che incrementano l’espressione di questi recettori con il dubbio (poi rientrato) che favorissero l’infezione. Molti pazienti però avevano già abbandonato la cura contro l’ipertensione con non pochi problemi.

Viene fatto un ricorso, siamo a marzo 2020, al quale io partecipo, anzi del quale sono parte attiva, perché ci sia data la possibilità di prescrivere liberamente, vista la situazione, in modo da poter utilizzare qualunque cosa sembri utile, nello scambio fra medici di tutto il mondo.

Molti medici si attivano per curare a casa i pazienti, non ci sono posti in ospedale, non sappiamo come fare, io stessa curo mio fratello a casa perché a Torino stanno smantellando la sala congressi per metterci le barelle.

A marzo 2020 il governo istituisce le USCA, unità speciali di continuità assistenziale, che ogni regione deve attivare per curare a casa i pazienti e stabilire quando vadano ricoverati. Noi qui nel Lazio facciamo una grande battaglia perché vengano istituite per andare a casa dei pazienti e non solo a fare i tamponi nelle RSA.

Ogni Regione si comporta un po’ come vuole ma attualmente le USCA sono presenti in tutte le regioni, anche se con funzionamenti a macchia di leopardo. Gli operatori dell’USCA sono sempre due, sono vestiti in sicurezza, alcuni di loro, soprattutto in Emilia Romagna, eseguono l’ecografia polmonare per valutare la compromissione locale.

Il Professor Viale del Sant’Orsola di Bologna è fra i primi ad addestrare gli equipaggi. In Germania partono prima di noi i covid Taxi.

Da questo tempo di organizzazione un gruppo di medici pieni di buona volontà si connette su internet, io compresa, per curare i pazienti a casa.

Purtroppo l’idrossiclorochina non dà i risultati sperati. Gli altri farmaci nemmeno. Alla fine si crea una grande confusione sulla necessità di curare i pazienti, come si fa sempre per le polmoniti virali, con antinfiammatori o tachiprina, che non ammazza nessuno, e che viene tuttora usata per abbassare la febbre anche nel covid, eventualmente antibiotici e cortisone, nei tempi giusti e non sempre subito, e la fantomatica esistenza di cocktail di farmaci che somministrati precocemente permetterebbero a tutti di non essere ricoverati né di morire.

Alcuni medici si distaccano abbastanza rapidamente da quest’idea, che si dimostrerà fallace, altri resistono, per non abbandonare la percezione personale di essere salvifichi facendo cose che nessuno fa, con coraggio e passione, altri invece si lasciano coinvolgere in slogan creati dalla destra per attivare una reazione pubblica che con il tempo somiglierà ai movimenti dei forconi.

Di queste fanno parte “Speranza ha ucciso le persone con il protocollo Tachipirina e vigile attesa”, e “noi non molliamo”, in un crescendo vitalista e ribellista. Ma pure “gli hanno bruciato i polmoni i rianimatori intubandoli”, mentre intubare è il tentativo di ossigenare un paziente che si sta ahimè avviando verso un’ipossia (mancanza di ossigeno) mortale.

Si crea anche la leggenda del divieto di eseguire autopsie che avrebbe drammaticamente ritardato la comprensione del meccanismo d’azione della malattia e quindi impedendo le cure mentre si è semplicemente raccomandato di non eseguire autopsie se non in locali sicuri con aspirazione dei fumi, perché non sappiamo ancora quanto vola. E quanto vive, il virus.

E se è vero che in alcune zone del nostro paese mancano i medici di medicina generale, in altre si ammalano e non possono curare, e questo genera un senso di abbandono, e anche a volte una pratica mancanza di aiuto, da questo però nascerà una sfiducia e un rancore ingiustificato nei confronti dei medici di medicina generale che vengono travolti, e lo sono tuttora, dalla malattia, dalla sua ricaduta nelle cure generali, e dall’essere obbligatoriamente fonte di adempimenti burocratici sempre crescenti.

Nel frattempo anche la questione De Donno confonde ulteriormente le acque, in quanto questo medico dichiara di aver guarito dieci pazienti gravissimi con il plasma iperimmune. Il plasma iperimmune peraltro non è una novità, da cinquanta anni si usano gli anticorpi di altri esseri umani, o anche di animali, per curare persone che hanno difficoltà con una malattia.

Viene somministrato anche in Italia, purtroppo nessun paziente grave si salva con questa somministrazione e ben presto si capisce che non funziona. Una revisione dei dati mondiali di tutti quelli che hanno usato il plasma dà risultati negativi.

A questo punto una certa parte di classe medica piena di buona volontà appoggia la protesta a favore dell’assistenza precoce ai malati che ahimè si trasforma ben presto in una lotta per il diritto alle fantomatiche “cure precoci domiciliari” che dovrebbero salvare tutti. Va con l’avvocato nelle piazze, chiede udienza al Senato, in alcune regioni viene approvato con delibere questo cocktail che dovrebbe garantire la salvezza.

Nel frattempo si vedono i danni di queste somministrazioni ai primi sintomi. L’immediatezza diventa nell’immaginario il contrario di abbandono e quindi questo cocktail gira persino su fogli a quadretti e su wazzapp.

La regione Emilia Romagna, dopo aver visto pazienti giovani gravi come non avrebbero dovuto, fa una circolare per raccomandare almeno di non somministrare precocemente il cortisone (cura precoce dannosa) in quanto danneggia la difesa immunitaria dei primi giorni, e può provocare un aggravamento.

Tolto il cortisone, che non deve essere somministrato precocemente, quindi, cosa rimane di queste cure domiciliari ?

L’idrossiclorochina, che non ha retto la prova degli studi clinici italiani e internazionali.

La lattoferrina, la vitamina C in alte dosi (che viene escreta tramite i reni immodificata e quindi il corpo nemmeno la sente), la vitamina D, e anche qui ci sono lavori che dicono che non serve, anche se sarebbe meglio in generale averla a posto, certo, la quercetina, e altri integratori.

L’azitromicina, altro farmaco che non è stato in grado di dimostrare sui grandi numeri la sua efficacia.

Poi certo che nel caso di sospetta infezione batterica, o nei pazienti fragili si dà una copertura antibiotica. Ma questo non raddrizza l’evoluzione maligna di alcuni pazienti.

A un certo punto vengono sdoganati i fans, non è vero che fanno peggio, hanno comunque una loro azione antiaggregante, e questo è oggetto di un lungo dibattito.

Scoagulando un poco questi pazienti, che hanno trombi dappertutto, è possibile prevenirne la morte ? Alcune linee guida consigliano per questo motivo di cominciare con l’aspirina. Nel cocktail che pazienti e colleghi volenterosi diffondono però c’è anche l’eparina. Subito, a volte a dosaggio pieno.

Ma la maggior parte dei pazienti più a rischio sono già in terapia anticoagulante preventiva, rischiano un’emorragia aggiungendo l’eparina e alla fine le linee guida che si svilupperanno con il passare dei mesi ripristineranno lo schema di somministrare l’eparina nei pazienti allettati o al loro allettamento nel ricovero ospedaliero.

Attualmente alla fine ahimè si fa quello che si è sempre fatto nelle virosi respiratorie, si somministra un antifebbrile, un antibiotico se è il caso, si misura l’ossigenazione, caso mai si aggiunge ossigeno a domicilio ed eventualmente si ricovera per ulteriore supporto.

Questo fantastico cocktail di farmaci che evita ospedalizzazione e morte a tutti ahimè semplicemente non esiste, E’ un po’ una leggenda metropolitana, la tempesta perfetta creata da:

-desiderio di molti medici di fare qualcosa piuttosto che non fare niente

-naturale risoluzione spontanea della malattia nel 95 percento dei casi, che facilmente induce a pensare che li abbiamo guariti, come se fosse il morbillo

-paura, paura che davvero non si possa fare nulla, per tutti, medici, pazienti e quant’altro

-speculazione politica che permetta di conquistare al ribellismo fette di popolazione, tramite la famosa bestia di Salvini che appare e scompare con multiformi aspetti.

In questa confusione alla fine arriva il vaccino. Non è perfetto, non è la soluzione definitiva, ahimè la gente si contagia lo stesso, ma il numero di morti si abbatte drasticamente. La resistenza a vaccinarsi però è un terreno adattissimo per speculazioni politiche di vari tipi e di vario segno e così le terapie domiciliari precoci, pur non esistendo affatto, riprendono il loro ruolo di leggenda, alimentando una visione persecutoria della sanità che non vuole somministrarle perché è cattiva,

Il danno è grandissimo, perché un po’ di gente non si vaccina, si cura a casa con fantomatiche cose del tutto inutili, ritarda spesso la richiesta della somministrazione degli anticorpi monoclonali, che ora ci sono e danno buoni risultati in tutto il mondo, convinta di sapersi curare con il fogliettino a quadretti, e una volta ricoverata rifiuta le terapie o chiede di prendere la terapia del foglietto minacciando il personale.

Gli anestesisti, messi in difficoltà da un’altra bugia, stentano a intubare i pazienti in carenza di ossigeno che si rifiutano perché questa narrazione piena di nemici immaginari si fa forte della frase citata sopra “gli hanno bruciato i polmoni intubandoli !!” sempre ovviamente invece di curarli a casa con la terapia del foglietto che li avrebbe salvati.

Per concludere le vere terapie precoci domiciliari stanno cominciando ad arrivare, arrivano i primi antivirali, da marzo 2021 si somministrano i monoclonali che però devono essere somministrati in ospedale, e hanno una finestra stretta, e che in nessun modo possono sostituire il vaccino. Certo che bisogna arrivare prima della tempesta delle citochine. E quindi speriamo che queste terapie precoci, antivirali e monoclonali e quant’altro si troverà ci aiutino a non morire i fragili vaccinati e i non vaccinati quando si ammalano. Ma la malattia è piena di incognite e di sequele importanti anche per chi guarisce, anche per i giovani. E’ ancora, in questo momento, fondamentale vaccinarsi.

Certo le persone che stanno male devono essere sollevate e supportate. Ma l’idea che ai primi segni di malattia, o addirittura al primo tampone positivo, il famoso foglietto a quadretti con la terapia precoce sia certamente efficace nell’evitare la malattia grave è clamorosamente errata. E usarla per illudere le persone che questa efficacia possa addirittura sostituire la vaccinazione è una cosa terribile, perché sottrarre le persone a una profilassi efficace è veramente pericoloso. Usarla per rifiutare le cure ospedaliere è una tragedia. Teniamo i piedi per terra.

*medico, tavolo-sanità di Potere al Popolo

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4 Commenti


  • Cicci Salinari

    Brava!



  • Raf

    Vaccino obbligatorio e universale, se no da questo incubo non ne usciremo mai


  • walter Gaggero

    Per quanto conosca e stimi la Caritano, la ricetta cinese è inapplicabile in Italia, e pure la sua sottoforma italiana, in Cina si hanno chiuso ancora prima che esistessero i vaccini, ma il monitoraggio era personale, si usciva di casa solo se non si aveva la febbre,si entrava l lavoro lo stesso ,in caso di febbre si rimaneva a casa continuamente chiamati per verificare situazione,in caso si ottenevano le cure senza chiederle,
    In Italia invece gli anziani hanno continuato a morire a casa dei più disparati problemi ,spesso scoperti dopo mesi per la puzza,i medici non sono tenuti alle visite domiciliari, ancora oggi il protocollo prescrive di saltare il medico e rivolgersi direttamete all’ospedale, Adesso poi che tutto il mondo dichiara che vaccinati e no sono ugualmente infettivi , anche se il vaccino sembra che aiuti , ma per un anziano .immunodepressso non vi è vaccino che tenga, magari sarebberoutili i monoclonari, ma se li possono fare solo i ricchi.
    Adesso i soloni supervaccinisti affermano che i conteggi dei morti da Covid sono falsati, perfino il Burioni afferm che se uno muore di cancrena ma positivo viene classificato come morto Covid, ma i protocolli NON SI CAMBIANO.
    LA PRATICA DEL TRACCIAMENTO NON E’ STATA APPLICATA IN EUROPA, mai visto controlli di temperatura nelle scuole, ma io qua in Spagna la ho vista, (In Spagna il green pass praticamente non esiste dichiarato inutile e immorale).
    Bisogna lottiate contro il Green Pass che è misura coercitiva e appunto immorale,aggiungo politicamete molto preoccupante.
    Se su questo anche i nostalgici fascisti sono contro , non significa nulla, anche Mussolini costruì molte case popolari siamo contrari?Le loro motivazioni sono di parte e anche strumentalizzatrici , ma la strumentalizzazione non esclude la legittimità, della protesta, tutta la forza mediatica della sinistra è stata indirizzata a definire di destra la protesta, per cui molti compagno contro il green pass non vi andavano perche”ci sono i fascisti”, cosa non vera in assoluto.
    Ma i bolscevichi non andarono alla manifestazione del Pope Gapon? Mentre gli altri nasini no.?
    Costringere alla vaccinazione con limitazioni aberranti alla vita(Cosa assolutamente schifata in tutta europa) non vì sembra un argomento di riflessione prima e di azione dopo?
    Per concludere sui tamponi, per esperienza personale,chi ha febbre e altre cose se è positivo viene classificato covid, orbene stessi sintomi e a volte più gravi si presentano in soggetti negativi, significa che NON BASTA essere positivi e avere problemi per essere malati di Covid, e tutta la statistica che provoca panico va rivista.
    La vaccinazione deve essere prescritta dal medico valutando rischi/benefici, hanno iniziato dicendo che volevano proteggere i vecchi che poi comunque sono abbandonati, con la “vigile attesa”, un ricatto morale ma loro morale non l hanno.

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