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Provincia di Caserta, chiusa per fallimento

In una provincia già sufficientemente martoriata da un trentennale processo di deindustrializzazione, di devastazione ambientale e di smantellamento progressivo delle politiche sociali, gli effetti della “deforma” Delrio sul territorio aggravano ulteriormente la situazione.

Il “No sociale” emerso anche nella provincia di Caserta ne ha attenuato le potenziali conseguenze di ricaduta, ma restano nodi drammatici da sciogliere sul piano finanziario. La riforma ha di fatto declassato le Province ad enti di secondo livello, lasciando tuttavia loro competenze in settori nevralgici come la tutela dell’ambiente, la viabilità e l’edilizia scolastica, ed al contempo dimezzando le risorse da stanziare per tali enti.

Oltre al danno anche la beffa: Caserta, che già versava in una situazione di dissesto finanziario causata da una atavica gestione criminale della “cosa pubblica” che poco ha riguardato gli interessi della collettività, a gennaio si è vista bocciare l’emendamento “salva province”, che le avrebbe permesso di risanare il bilancio e assolvere a quei debiti verso i lavoratori e i soggetti che sono gli esodati della riforma costituzionale incompiuta rispedita al mittente da milioni di italiani il 4 dicembre scorso.

Conseguentemente, l’Ente Provinciale ad oggi non può garantire la gestione ordinaria (a partire dalle spese per la carta igienica!) degli istituti scolastici, né tantomeno la loro agibilità a norma di legge. Né tantomeno corrispondere gli emolumenti ai propri lavoratori, a partire dai 64 della partecipata “Terra di Lavoro spa” (dei quali il 90% “gode” di contratti minimi sindacali, e nella stragrande maggioranza parliamo di famiglie monoreddito) che rischiano di finire letteralmente in mezzo ad una strada assieme agli studenti ed alle studentesse medie superiori di tutta la Provincia, che vedranno chiusi i propri istituti nel cuore della seconda metà dell’anno scolastico.

Ciò che resta dell’Ente Provinciale ha presentato un esposto alla Procura contro il Governo Gentiloni per estorsione nei confronti dell’ente stesso in seguito al taglio di 18 milioni di euro del 2014, conseguenza della riforma della legge Delrio, ed a vario titolo istituzioni, lavoratori, studenti ed associazioni di genitori si stanno mobilitando in questi giorni per rivendicare l’approvazione dell’emendamento “salva provincia” al Decreto Enti Locali.

Siamo fiduciosi che alla fine di questo teatrino di rimpallo di responsabilità politica a vari livelli istituzionali, questo sblocco di fondi sufficiente almeno a chiudere dignitosamente l’anno scolastico ed a corrispondere le mensilità sinora in sospeso ai lavoratori ed alle lavoratrici della Provincia avverrà.

Tuttavia, da comunisti e da attivisti sul territorio, siamo stanchi di vedere apporre “pezze a colore” a problemi di natura sistemica e per questo rivendichiamo:

  1. Che, una volta sbloccati i fondi, venga redatto un piano serio e credibili di ristrutturazione non di facciata di tutta l’edilizia scolastica provinciale, e che i lavori vengano svolti sotto stretto controllo popolare
  2. Che non venga disperso nemmeno un posto di lavoro fra i dipendenti provinciali.

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