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Femminicidio in Valle d’Aosta. L’insopportabile silenzio delle Istituzioni

Domenica scorsa la notizia del ritrovamento del suo cadavere aveva fatto molto scalpore, giustamente e per fortuna.

Poi, il giorno dopo, il fatto che la donna facesse probabilmente parte del mondo della prostituzione, aveva reso la notizia meno degna di nota. Un silenzio assordante, nessuna dichiarazione, nessuna voce da nessuna rappresentanza politica seduta nelle Istituzioni della nostra città o regione.

Ieri, infine, si scopre che ad ucciderla potrebbe essere stato un sardo, un uomo “venuto da fuori” residente da tempo in Valle d’Aosta. Un motivo in più per non dire niente, neanche una parola, come a fare intendere che questa storiaccia brutta non riguarda la nostra comunità, che siamo estranei a queste cose, che siamo lontani da queste persone.

Nessun commento dai banchi della politica istituzionale.

Che tristezza, che rabbia.

Non sappiamo ancora se si tratta di femminicidio, che è un delitto specifico dalle caratteristiche particolari. Presto lo sapremo.

Ma la cosa triste e grave di questa storia è che una donna è stata sgozzata da un uomo che ha usato la sua forza per farla soccombere e tagliarle la gola. Il fatto di essere straniera o italiana, “escort” o impiegata, uccisa da un sardo o da un valdostano, è irrilevante, perché la violenza degli uomini sulle donne, così come quella di tutti i forti su tutti i deboli di qualsiasi genere, va condannata pubblicamente, a prescindere e a priori. Da chi rappresenta la comunità nei posti di potere, in primo luogo.

Il cambiamento culturale deve avere una spinta dall’alto, è un vostro dovere.

Perché questo silenzio? Dite almeno una parola, tutt’attaccata se volete, e secondo me sarete dei rappresentanti un pochino più degni, oltre che delle persone migliori.

#STOPviolenzacontroledonne

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