L’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) ha pubblicato pochi giorni fa la nuova edizione del Sistema Nazionale di Valutazione delle Performance delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere.
Sottolineiamo che l’attività di affiancamento di AGENAS alla Regione Calabria e alle sue aziende sanitarie è contenuta nelle disposizioni del cosiddetto “Decreto Calabria”. L’affiancamento dovrebbe terminare il 31.12.2025.
I dati Agenas indicano che, in Calabria, i tempi di attesa per gli interventi e le permanenze nei Pronto Soccorso (PS) risultano ancora distanti dagli standard attesi. Per quanto riguarda gli accessi inappropriati al PS per pazienti over 75, le performance peggiori (un accesso su quattro) si registrano nell’Azienda delle Dolomiti, nell’Ulss Polesana e nell’Azienda Scaligera.
In controtendenza, si distinguono per efficienza il San Carlo di Potenza, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) Dulbecco di Catanzaro e l’AOU di Perugia. Nella presa in carico dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro figura in coda.
Per gli interventi di protesi d’anca eseguiti entro 180 giorni, i dati peggiori si riscontrano a Catanzaro, Cagliari e Brotzu. Relativamente agli interventi per tumore al colon (entro 30 giorni), Spedali Civili di Brescia, Padova e San Gerardo sono in testa, con dati negativi per l’Ao Papardo, l’AOU Dulbecco di Catanzaro e il Cannizzaro di Catania.
Forte criticità sui tempi di attesa ambulanza. Dei 110 setting aziendali considerati, 41 Aziende Sanitarie Locali (ASL) superano i 20 minuti di attesa per l’arrivo di un’ambulanza, a fronte di un target nazionale fissato a 18 minuti.
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia registra il tempo medio di attesa più elevato a livello nazionale, con una media di 35 minuti.
Situazione screening oncologici: si registra una ripresa delle attività di screening, con una crescita anche nel Sud Italia.
Screening della Mammella: le performance peggiori si registrano nelle Asl di Bari, Catanzaro e Cosenza. Screening della Cervice: Dati peggiori per l’Asl di Cosenza, Sulcis e Alto Adige.
Screening al Colon: Performance peggiori per l’Asl di Bari, Cosenza e Foggia. E’ di oggi, invece, la pubblicazione, sempre da parte di Agenas, dell’elenco contenuto nel “Piano nazionale esiti 2025” delle strutture con “livello molto alto”.
Nell’area osteomuscolare ha incluso tre ospedali calabresi. Si tratta dell’Istituto Ortopedico Mezzogiorno d’Italia di Reggio Calabria e delle case di cura Scarnati di Cosenza e Villa del Sole di Catanzaro. Altre quattro strutture calabresi figurano poi nell’elenco di quelle che sono migliorate rispetto allo scorso anno. Sono “Igreco Ospedali Riuniti” (ex La Madonnina) di Cosenza; la casa di cura Cascini di Belvedere Marittimo; l’ospedale civile San Giovanni di Dio di Crotone e il Policlinico Madonna della Consolazione di Reggio Calabria.
Come si può facilmente rilevare trattasi di strutture quasi tutte private, solamente il San Giovanni di Dio di Crotone è pubblico. Il PNE 2025 indica che in Calabria gli ospedali da sottoporre a revisione sono 11.
Si può affermare, senza alcuna possibilità di essere smentiti, che questi dati confermano quello che sosteniamo da tempo, e cioè la distruzione della sanità pubblica italiana a vantaggio di quella privata, con la Calabria che detiene il primato nella classifica di questa distruzione.
Questo è il risultato delle politiche neoliberiste fatte proprie sia dal centro destra, che dal centro sinistra ed i cui governi hanno operato tagli draconiani alla spesa sanitaria negli ultimi 30 anni. Ricordiamo l’argomento utilizzato: “C’è lo chiede l’Europa”, a sostegno delle politiche neoliberiste che hanno distrutto lo stato sociale, perché ci ripetevano ossessivamente che i soldi non ci sono.
Però oggi trovano fulmineamente 800 miliardi di euro per il riarmo, voluto da quasi tutti i partiti italian, e la NATO destina il 5% del PIL per le armi che naturalmente dobbiamo acquistare dagli USA.
Noi continueremo a batterci per impedire di negare quel fondamentale diritto dell’individuo che è la tutela della salute. Noi riteniamo che la sanità non è un bene di mercato, ma un diritto fondamentale e dobbiamo rilanciarla!
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