Il 5 settembre, con tanto di taglio di nastro ed ampia convocazione della stampa, è stato ufficialmente inaugurato, presso la base di Lago Patria, l’«Hub di direzione strategica Nato per il Sud» (Nsd-S Hub).
L’Hub avrà il compito – dicono al Jfc Naples – di “raccolta, gestione e condivisione di dati, valutazione e analisi dei problemi, coordinamento delle attività sul fianco sud”. In altre parole è un centro di intelligence che con le informazioni raccolte (o fabbricate?) su “destabilizzazione degli Stati, terrorismo, radicalizzazione e migrazione” consentirà alla Nato di decidere ulteriori interventi militari in Medioriente, Africa e aree adiacenti.
Già da tempo le potenze occidentali giustificano ogni sorta di intromissione e di aggressione a questi Paesi con il pretesto di fermare “l’invasione dei migranti”, di sconfiggere il terrorismo o portare la democrazia e la pace. Senza aver avuto bisogno di pezze d’appoggio di alcun 007 si è militarizzato il Mediterraneo; si sono sottoscritti accordi con diversi Paesi dell’area (dalla Libia al Ciad, dal Sudan alla Nigeria) affinchè, in cambio di centinaia di milioni, facciano il lavoro sporco per impedire, con ogni orrore conosciuto, che i migranti raggiungano il Mediterraneo; si è bombardata una nazione come Libia che ora si pretende di “aiutare” a ricostruire; si finanziano e si addestrano reparti scelti; si vendono armi e si aprono basi militari.
Possiamo solo immaginare con quanta solerzia questo nuovo Nsd-S Hub “raccoglierà” informazioni per dimostrare pistole fumanti, armi di distruzioni di massa o diritti negati se e quando necessario ad un altro intervento occidentale.
Con l’insediamento di questa nuova struttura – che implementa anche il numero dei militari (almeno altri 90 militari di varie nazioni) – si amplia, ancora di più, lo spettro di azione della base di Lago Patria già ora uno dei più importanti centri di comando nelle aggressioni militari della NATO. Infatti, il Jfc Naples, alternandosi con il comando di Brunssum (Olanda), coordina la forza di rapido intervento della NATO (circa 40mila uomini) in grado di intervenire in cinque giorni in caso di emergenza lungo la frontiera orientale.
Inoltre, agli ordini del suo comandante (attualmente l’Ammiraglio Michelle Howard) ci sono il Comando delle forze navali USA in Europa, il comando navale dell’AfriCom e il quartier generale della VI flotta -ospitati nella base militare di Capodichino- da cui dipendono tutte le operazioni militari navali in quasi tutto il mondo.
Non è un caso, quindi, che l’attacco aereo-navale che nel 2011 ha martellato la Libia con oltre 40 mila bombe e missili sia stato diretto da questa base e sempre da qui siano state coordinate le operazioni militari all’interno della Siria (ad es. i bombardamenti sulla base di Shayrat).
L’Hub è stato fortemente voluto a Napoli dalla ministra della Difesa Pinotti che sin dal suo insediamento si è distinta per il netto schieramento a sostegno delle politiche militariste e guerrafondaie dell’Occidente.
Sotto la sua guida, non solo l’Italia è tra i paesi europei quello che lo scorso anno ha fatto registrare il maggiore incremento di spese militari, ma si conferma come il paese con il maggior numero di uomini e mezzi, dopo gli Stati Uniti, impegnati in missioni militari (7600 in ben 22 paesi). Proprio a luglio la Ministra si è dichiarata pronta ad aumentare l’impegno italiano in Afghanistan, in Iraq – con l’invio di militari italiani a Mosul appena abbandonata dall’ISIS sotto gli attacchi della coalizione USA- e a dare “l’aiuto” dell’Italia a Raqqa (Siria) con un contingente di soldati quando la capitale del Califfato cadrà e se ci saranno le condizioni politiche adeguate (leggi: se ci saranno le condizioni per spartirsi la torta).
Con l’acuirsi della competizione con le altre grandi potenze, l’Italia cerca di essere protagonista in tutti gli scenari che si vanno affermando per tutelare i propri specifici interessi imperialistici.
Non meraviglia, quindi, l’attivismo del governo a fare dell’Italia uno degli assi portanti del progetto di costituzione di un vero e proprio Esercito Europeo e di un’aggressiva struttura di Difesa Militare dell’Unione. Proprio in questa direzione, la Pinotti ha candidato la scuola militare Nunziatella di Napoli al ruolo di centro di formazione per le future leve provenienti dai diversi paesi europei. Una scuola militare di alto livello internazionale in grado di formare corpi militari alle dirette dipendenze dell’Unione Europea.
A segnalare la volontà di spuntare questo obiettivo ci sono gli atti già messi in campo per consentire alla Nunziatella di diventare sede anche della scuola di guerra europea. Risale, infatti, al 15 novembre 2014 il primo protocollo d’intesa tra il Comune di Napoli, l’Agenzia del Demanio, il Ministero dell’Interno ed il Ministero della Difesa, in cui si avanzava la proposta di permuta dell’immobile di proprietà dello Stato sito a Napoli in via Egiziaca a Pizzofalcone, 35 con la Caserma Nino Bixio, di proprietà del Comune di Napoli, finalizzata precisamente all’ampliamento e potenziamento della scuola militare Nunziatella “anche nella prospettiva di diventare Scuola Militare Europea”. Ci sono voluti solo pochi mesi perché il Comune di Napoli desse il via libera a questa permuta con la motivazione che il potenziamento della Nunziatella assume “una forte valenza di sviluppo e rigenerazione del territorio, nonché costituisce elemento di stimolo e impulso economico, finalizzato al soddisfacimento degli interessi della collettività …”
Come un Sindaco che si autodefinisce contro la guerra (evidentemente solo a chiacchiere) possa sostenere una tale mistificazione ci è incomprensibile; sta di fatto che pure con la sua complicità, Napoli viene destinata a diventare, ancora una volta, la sede di un altro tassello della macchina bellica facendone uno dei più importanti nodi strategici nel risiko mondiale, ma anche un obiettivo sensibile.
NON POSSIAMO RESTARE IN SILENZIO.
Contro la Base NATO di Lago Patria e contro l’istituzione della Scuola militare europea nella Nunziatella dobbiamo mobilitarci subito!
Opponiamoci alle politiche militariste del governo italiano!
Opponiamoci agli interventi militari e chiediamo il rientro delle truppe italiane impegnate nelle missioni all’estero!
Opponiamoci alle politiche razziste e xenofobe!
RIPRENDIAMO SUBITO LA MOBILITAZIONE CONTRO LA GUERRA!
Rete contro la guerra e il militarismo
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