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Giugliano. No all’inceneritore

Nella giornata contro le devastazioni ambientali, dove a Torino e a Melendugno si dicono 2 forti no a Tav e Tap, anche sui territori si agitano le proprie problematiche specifiche.

E’ il caso di Giugliano. Qui le autorità locali, Regione Campania in primis, hanno deciso la costruzione di un nuovo inceneritore.
Per chi non lo sapesse Giugliano, che è la terza città della Campania per numero di abitanti, ha già pagato costi altissimi in  termini di biocidio. Come tutta l’area nord di Napoli e i paesi del litorale casertano.

Una striscia di monnezza e morte che ha condizionato il vivere civile dei decenni precedenti.

Ci sono volute forti e numerose mobilitazioni popolari per scongiurare l’ulteriore devastazione. Anni di lotte e competenze spesi per informare e mobilitare.

Fa quasi sorridere pensare che alle mobilitazioni degli anni precedenti vi era sempre una componente 5stelle. Adesso non si vedono neanche col binocolo

Nelle riunioni preparatorie qualche reduce pentastellato delle lotte precedenti, un pò interdetto dalle scelte della squadra di governo, ha assicurato comunque coerenza. Ma sono mosche bianche. Il nuovo posizionamento 5Stelle non disdegna ciò che ieri avversava.

E infatti in Piazza Matteotti a Giugliano solo bandiere di Eurostop e Potere al Popolo. Inizia tutto come presidio in piazza e si trasforma poi in flash mob con volantinaggio tra le strade del centro con maschere bianche. Semantiche figure con cartelli tipo bonifiche subito e basta balle. Dove per balle si intendono sia  le bugie dei media e dei governi che le migliaia di cosidette ecoballe stipate a Taverna del re. Che ancora rilasciano effluvi checchè ne dicano. E che addirittura qualcuno pensa di bruciare.

Sulle bonifiche dei terreni ci sarebbe, in verità, molto da dire. Sbandierate mille volte da tutte le formazioni politiche e da tutti gli amministratori e mai davvero andate in porto. In questi luoghi tra l’altro avrebbero il doppio effetto di migliorare la salute pubblica e in contemporanea creare lavoro. Sociale, utile, pubblico.

Dopo il  biocidio i maggiori drammi per questi territori vengono dalla disoccupazione. A due cifre a livello generale e spaventosa a livello giovanile.

Tornando al presidio, nota di merito per  i ragazzi e le ragazze della Casa del popolo di Marano. Giovani attivisti determinati a rappresentare il disagio di questi luoghi.

Arrivano e trasformano la piazza in un set fluido e dinamico. Bene così. Nel volantinaggio collettivo attuato come flash mob sono da registrare le reazioni di alcuni cittadini. Alcuni invocano di fare come in Francia ma se ti fermi a chiedere cosa intendano la delusione è forte. Qui decisamente non siamo in Francia. C’è rabbia, c’è delusione verso tutto ma manca la fiducia nell’azione collettiva. Ci sarà molto da costruire ma non si parte da zero.

Per rimanere alla lotta al biocidio c’è da aggiungere che l’iniziativa di oggi si inserisce nel percorso militante che porterà alla giornata di lotta del 16 dicembre.

In quel giorno in ben 11 territori delle province di Napoli e Caserta si svolgeranno iniziative del Movimento Basta Impianti. Il clou , inteso come centro di iniziative programmate ,sarà a Pignataro Maggiore ma sarà bene tenere d’occhio anche gli altri comuni. Aversa, Capua, Bellona, Sparanise, Calvi Risorta ,Casandrino, Piedimonte Matese, Santa Maria Capua Vetere. Tutti territori che hanno già dato. Qui la Camorra in accordo con tanta imprenditoria del Nord Italia ha rilasciato i peggio veleni. La politica locale ha rispecchiato negli anni i peggio interessi economici. I danni sono visibili e profondi.

Giornate come questa fanno comunque bene. Nonostante la pioggia e un vento che schiaffeggia fa bene vedere centinaia di persone in piazza ad affermare che non è scontato che a vincere siano sempre gli interessi economici su quelli sociali. Si può invertire la rotta. Potere al popolo c’è ma non siamo in Francia . Il popolo non c’è ancora, E allora c’è da avere pazienza.

Ma non manca molto, forse, a cambiare l’inerzia. Però bisogna darci dentro.

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