Giù le mani da Massimo Amore e dai compagni di lotta!
Sono giornate in cui la nostra Organizzazione Sindacale, assieme a tanti attivisti ad associazioni indipendenti e movimenti di lotta, è impegnata a contrastare – nei posti di lavoro e nelle piazze – l’uso anti/sociale dell’Emergenza-Covid.
Sono giornate in cui siamo parte attiva nei cortei che si recano a protestare a Santa Lucia e alla Prefettura reclamando Sicurezza Sanitaria per tutti, Reddito e Protezione Sociale per l’intero mondo del lavoro smascherando quanti – sul piano nazionale e regionale – hanno smantellato la Sanità, il Trasporto Pubblico Locale e l’intero sistema del Welfare.
Drammaticamente stanno venendo fuori i limiti e lo scempio di una gestione emergenziale che non solo non garantisce la tutela della salute pubblica ma condanna larghissime fasce della popolazione, anche quelle tradizionalmente al riparo dalla crisi sistemica ed economica di questa fase ultra decennale, alla fame e alla disperazione.
Eppure, in questo contesto, c’è chi prova ad inquinare le acque, a spostare il tiro verso compagni riconosciuti che da sempre e con coerenza danno il loro contributo di crescita e di avanzamento delle lotte, infiltrandosi nei movimenti ed esercitando di fatto un ruolo da agente eversivo.
SIAMO COSTRETTI A DENUNCIARE PUBBLICAMENTE L’AZIONE SERIALE DI UN PROVOCATORE DI PROFESSIONE – WALTER GHERENZE’ – IL QUALE HA AGGREDITO PESANTEMENTE, AI MARGINI DEL CORTEO A SANTA LUCIA DI LUNEDI’ 26 OTTOBRE, UN COMPAGNO DELLA NOSTRA ORGANIZZAZIONE SINDACALE: MASSIMO AMORE.
Una aggressione vigliacca, condita da insulti deliranti e da offese paranoiche che va condannata senza se e senza ma, tanto più che non è la prima che si verifica.
Da alcuni anni questo “strano personaggio in cerca d’autore” si esercita in aggressioni contro singoli compagni di numerose strutture politiche cittadine (compagni del movimento dei disoccupati, della zona di Bagnoli, dell’organizzazione “Potere al Popolo” e altri attivisti).
Agguati e insulti che “stranamente” arrivano a consumarsi, come è accaduto ieri e nel recente passato, sotto gli occhi indifferenti degli agenti della Digos.
Crediamo sia giunto il momento di non tollerare più queste aggressioni e l’insieme dei “deliri pseudo-rivoluzionari” che le accompagnano e che inquinano i cortei, le manifestazioni e i momenti della vita sociale cittadina.
Siamo in presenza di forme fuori da qualsivoglia dialettica politica e/o programmatica, nessun contenuto politico, sia pur divergente, e non intendiamo più consentire un comportamento criminale, camorristico e provocatore che offende i compagni tutti.
Simili comportamenti e tale pratica squadristica vanno espunti con fermezza dalle forme del conflitto che compagni attivi e riconosciuti praticano da decenni nella vita politica pubblica di questa città.
Episodi come quello registrato al margine del corteo di lunedì 26 ottobre scorso vanno senza indugio considerati e risolti alla stregua di un evento delinquenziale.
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