Il nuovo anno si apre nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) con l’ennesima morte di un detenuto.
Nel carcere salito alla ribalta della cronaca di questa primavera per la violentissima mattanza messa in atto dagli agenti di custodia contro i detenuti rei – nei primi giorni dell’infezione pandemica – di richiedere condizioni di sicurezza sanitaria si è registrato il primo morto di questo 2021.
La vittima è il 54enne Renato Russo, originario di Arzano (Napoli), accusato di una rapina verso cui si è sempre dichiarato estraneo.
Nei mesi scorso Renato Russo, già afflitto da patologie cardiovascolari, è stato sottoposto ad un intervento operatorio salvavita ma il suo malessere fisico continuava ad affliggerlo. Per ben due volte il Magistrato competente ha negato l’accesso a qualsiasi forma di “detenzione alternativa per motivi di salute” ritenendo “compatibile” la sua permanenza del (duro) carcere di SMCV.
Di fronte a questa ennesima morte assurda in una struttura carceraria il Garante dei Detenuti del Comune di Napoli, Pietro Ioia, ha, di nuovo, lanciato l’allarme circa l’aumento del numero dei detenuti malati che non vengono adeguatamente curati e – soprattutto – ha rilanciato la pesante assenza di diritti che vige nel sistema carcerario campano.
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