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No alla privatizzazione di Galleria Principe e dei presidi culturali di Napoli

A un anno circa dalla firma del Patto per Napoli per mano del sindaco Manfredi e dell’allora primo ministro Draghi, sta per avviarsi la prima “visita” della Corte dei Conti e del Ministero delle finanze per verificare il rispetto dell’accordo.

Sono così diventati oggetto di vendita per mezzo della società Invimit la Galleria Principe di Napoli, Palazzo Cavalcanti, il complesso del Carminiello a Piazza S. Eligio e immobili come l’ex deposito ANM di Posillipo, le caserme della Polizia di Stato in via Medina e quella della Guardia di Finanza in via Quaranta, e la ex Villa Cava a Marechiaro. 

Si tratta quindi di una vendita pezzo a pezzo della città, che mette a rischio prima di tutto il patrimonio artistico e culturale di Napoli. Una manovra già in atto nei fatti da tempo se si pensa che molti presidi storici, come la Galleria Principe sono lasciati all’abbandono e alla mancata manutenzione ordinaria nonostante ci sia la municipalizzata “Napoli Servizi” cui è affidato proprio questo lavoro.

E invece ci si ritrova una situazione di fatiscenza infrastrutturale, sporcizia e abbandono dei senza tetto che non ricevono alcuna assistenza. 

Far fallire il pubblico per giustificare il privato? È una storia già sentita ma questa volta è mirata direttamente a sottrarre alla città e ai suoi cittadini le sue ricchezze. 

Difenderemo metro a metro i nostri spazi! 

Costruiamo una risposta di opposizione popolare CONTRO MANFREDI, SINDACO DI UNA CITTÀ VENDUTA – per una gestione pubblica dei beni culturali!

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1 Commento


  • Peppe61

    Possibile che non ci sia una petizione ( per chi vive lontano da Napoli) a cui aderire?

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