Dopo l’incontro avvenuto ieri pomeriggio (16.11.2023) tra il presidente De Luca ed i rappresentanti dei comitati per l’acqua pubblica della Campania, registriamo che non c’è stata nessuna concessione della Regione: la gara d’appalto per la costituzione della Società mista pubblico/privato per la gestione della grande adduzione delle fonti regionali partirà quanto prima, dopo una proroga ad Acqua Campania Spa.
Il che significa che la gestione delle fonti di Cassano Irpino, del Garigliano e dell’invaso di Campolattaro ben presto saranno affidate al mercato.
Non sono bastate 27.000 firme raccolte dai comitati ed altre 9.000 di “Cittadinanza attiva” per fermare la volontà politica di privatizzare la gestione dell’acqua della Regione.
È un vero attacco alla democrazia perché si sta decidendo di vendere l’acqua alle multinazionali con una delibera della giunta regionale, senza neanche passare per il Consiglio regionale, che è espressione diretta della volontà elettorale dei cittadini.
È il tradimento del referendum del 2011. Il presidente De Luca, che a chiacchiere si era sempre dichiarato per l’acqua pubblica, di fatto cede quasi la metà delle quote societarie al mercato.
Non sappiamo chi si aggiudicherà la gara, (Veolia, Italgas, Acea o Caltagirone), ma l’unica certezza è che la Campania ed il sud Italia si stanno spogliando della risorsa più preziosa che abbiamo: la madre della vita.
I comitati avevano chiesto di ritirare la delibera 312 del 31.05.2013 e di avviare la costituzione di una società pubblica interamente partecipata dalla Regione, ma, al di là di un apparente disponibilità al confronto attraverso un tavolo tecnico, De Luca tira dritto per la sua strada e non arretra di un centimetro sulla privatizzazione.
Subito dopo l’incontro c’è stata un’assemblea pubblica dei comitati davanti a Palazzo Santa Lucia dove si è deciso che non è possibile costituire alcun tavolo tecnico con chi non vuole mettere in discussione la gestione privatistica delle fonti regionali. La volontà dei comitati è quella di continuare la battaglia con tutti gli strumenti democratici di partecipazione popolare che la legge mette a disposizione.
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