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“Costretti a rinunciare alle cure”. Presidio Marittimi a Torre del Greco: cosa è successo?

Or.S.A, sindacato di marittimi attivo sul piano nazionale, ha indetto un presidio fuori la sede della cassa marittima di Torre del Greco e che il 17 Ottobre è terminato.

Lo scopo del presidio, a cui era presente anche Gennaro Bottiglieri, referente nazionale dell’organizzazione sindacale, era quello di denunciare le precarie condizioni di salute ed economiche dei Marittimi, pietra miliare dell’economia di Torre del Greco, notoriamente una città di mare.

A questo quadro non proprio edificante, asserisce Bottiglieri, si aggiunge il dimezzamento delle indennità della cassa marittima dal 75% al 60% ma che potrebbe, secondo l’esponente sindacale, arrivare addirittura al 30%. Per la categoria, continua, sarebbe giusto ristabilire le indennità ad un tasso che permetta ai lavoratori di vivere dignitosamente e di poter essere in grado economicamente di poter pagare le cure a cui , purtroppo, tanti Marittimi sono soggetti.

La salute dei Marittimi, situazione precaria Non è un segreto che la vita di mare sia dura. Una volta saliti sulla nave si è soggetti a problemi di salute di vario genere, come conferma anche Bottiglieri: i carichi pendenti, le vibrazioni dovute dalle onde, il maltempo e tanto altro sono motivi di enorme dolore fisico per i Marittimi, colpiti da affaticamento, mal di schiena e infarti. A questa precaria situazione il dimezzamento delle indennità potrebbe portare la categoria a rinunciare anche a farsi curare per le malattie più gravi (basti pensare chi soffre di tumore con le chemioterapie):

Com’è giusto che sia, prima di salire a bordo, i dipendenti tutti sono sottoposti a controlli preventivi e controlli annuali che, logicamente , non sempre vanno bene. Il lavoratore, quindi, in mancanza di sufficiente indennità, non riesce ad arrivare alla fine del mese poiché poco sovvenzionato dallo stato e dalla sua compagnia e, a volte, non viene proprio risarcito.

Il Capitale va avanti, l’Operaio no.

Il sindacalista Or.S.A Bottiglieri ci ha parlato anche della questione degli stipendi, denunciando le scellerate scelte degli armatori: la nuova politica aziendale, con l’obiettivo di risparmiare, risparmiare e risparmiare (tutto ciò anche sulla pelle dei lavoratori) rischia di mettere la categoria dei Marittimi “fuori mercato”.

L’assunzione di nuovi dipendenti disposti a lavorare a stipendi irrisori (non sempre extracomunitari) ha fatto si che gli armatori potessero risparmiare sui costi di produzione e sulla creazione di servizi per i dipendenti di qualità, lasciando i lavoratori a dormire in delle camere scomode, mangiare male e fare una vita poco salutare al di fuori delle ore di lavoro (quando e se le pause vengono rispettate).

Per adattarsi alle logiche del mercato, sono stati creati dei nuovi schiavi, persone disposte a lavorare botte e giorno per pochi spiccioli e passando molto più tempo a bordo degli altri, e ciò porta ad una svalutazione e precarizzazione totale del settore marittimo. Ciò ovviamente comporta un enorme pressione sui lavoratori, che, sentendosi non indispensabili, è costretta a pattuire con la compagnia stipendi inferiori alla media.

Davanti a tutto ciò, il responso del governo è lapidario. Questo governo, conferma il referente nazionale Or.S.A, è il governo degli imprenditori, completamente disinteressato a soddisfare le richieste di un mercato sempre più austero e costretto a tagliare tutto: dagli stipendi alle sovvenzioni. E, vista la povertà in aumento nel paese (più di 6 milioni di poveri), girarsi dall’altro lato non sembra la risposta propria di chi decanta “l’amore per la patria”.

E proprio a questo proposito, Bottiglieri ha annunciato che il sindacato presenterà le sue istanze a Roma, dove saranno presenti la categoria e una delegazione del sindacato.

Una categoria di lavoratori, quella del Marittimo, che a Torre del Greco è sempre stata criticata in passato: i lavoratori vengono spesso bollati come “abusivi” o “parassiti” poiché accusati di truffare la cassa marittima, e di mentire riguardo le loro condizioni di salute.

Facendo delle dovute distinzioni, visto che il “furbacchione” esiste ovunque, c’è da dire che queste critiche non hanno forma di esistere, e chi dà addito a questi attacchi insensati e all’odio tra persone che alla fine vivono le stesse difficoltà e che hanno un unico oppressore finisce per diventare l’utile idiota per chi, sapientemente, sta cercando di raddoppiare i suoi profitti sulla pelle e il sangue dei lavoratori.

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