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Torre del Greco. Palazzine di Sant’Antonio, una storia di abbandono

Ieri siamo andati alle palazzine di via Lamaria, i cui lavori (realizzate tramite i fondi europei del PNRR) sono stati interdetti dall’antimafia all’impresa vincitrice dell’appalto.

Stamattina hanno avuto luogo le ennesime rimostranze delle persone (già si è fatto un sit in fuori al Palazzo Baronale per questa situazione) che, indifferentemente dagli esiti di questa controversia, pretendono sicurezza e garanzie per le loro famiglie e la ripresa dei lavori.

Sul luogo si sono presentati alcuni esponenti del Comune di Torre del Greco incluso, a detta dei cittadini, il vicesindaco Polese, che ha preso visione delle catastrofiche condizioni del palazzo e ha promesso, ha detto, capiremo se faranno…

Ma, lungi dal tergiversare sulla capacità del comune di mantenere o meno le promesse fatte (la politica italiana, e nello specifico quella campana si basa solo sulle promesse, di programmi non se ne vede mai l’ombra), la procura già è entrata in azione e la risposta sulla questione “ripresa dei lavori” arriverà tra quindici giorni. Intanto il comune ha predisposto un servizio di vigilanza sul luogo onde evitare spiacevoli eventi come la caduta di calcinacci.

Ciò che però va messo in evidenza è che le palazzine di Via Lamaria per tanto tempo sono rimaste nell’incuria generale e che, a detta dei residenti, gli ingegneri che periodicamente controllano la condizione infrastrutturale hanno sempre affermato che la struttura fosse lontana dal pericolo crolli, e che (nonostante le numerose crepe sui muri e le buche nel cortile d’ingresso) non fosse necessaria una ristrutturazione dell’edificio (su questo siamo aperti a qualunque smentita, anche se dubitiamo fortemente che qualcuno abbia il coraggio di negare la chiara evidenza).

Le condizioni strutturali sono drammatiche: ci è stato riferito che, nel caso di blocco delle tubature, l’acqua si infiltri nelle mura domestiche a causa della scarsa o inesistente manutenzione. Inoltre, gli abitanti ci hanno raccontato addirittura di invasioni di topi in tutto il palazzo e che, vista la poca fiducia nelle istituzioni, per le ristrutturazioni siano costretti a riparare da soli i danni presenti all’interno delle loro abitazioni.

Senza contare la grave situazione della pulizia: i più giovani ci hanno riferito dell’inesistenza di un servizio di pulizie pubblico che si incarichi dell’igiene dello stabile. Anche in quel caso i residenti si occupano autonomamente della cosa, cercando nel proprio piccolo di risolvere una situazione drammatica e che va avanti da tempo immemore.

Le foto che abbiamo scattato all’interno dello stabile parlano chiaro, e le parole dei residenti sono fatti evidenti. 

A Torre del Greco c’è un problema infrastrutturale che, dopo anni di indifferenza e di guadagno delle imprese edili e della classe politica cittadina, è un tema di primo piano da risolvere immediatamente, cercando di evitare tutti quelli che sono i tristi epiloghi che conosciamo (turbative d’asta, fondi che spariscono e ciclo del cemento).

È importante in questo caso capire bene quale sia la logica presente all’interno delle periferie e in generale delle case popolari: uno stato totale di abbandono delle istituzioni che, specie in Campania, oltre a mobilitare le forze dell’ordine per operazioni di “pubblica sicurezza” non si fanno portavoce di valide alternative e, soprattutto, non hanno assolto al loro compito di garanti della sicurezza dei propri cittadini.

Le persone, messe con le spalle al muro, abbandonate a sé stesse, cercheranno sempre di mantenere un ordine e di agire da sole per risolvere i loro problemi, ciò non è un atto di insubordinazione, ma un atto di resistenza.

Aspettiamo risposte dalle istituzioni, ma stavolta nel caso ci sia indifferenza per l’ennesima volta, siamo pronti ad unire le nostre voci a quelle dei residenti.

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