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Bonifiche, rifiuti e America’s Cup: il futuro incerto del litorale di San Giovanni

Domenica scorsa, 6 luglio, in un’intervista rilasciata a Il Mattino, l’assessore Cosenza ha dichiarato che la bonifica degli arenili delle  spiagge Boccaperti e 1° Vico Marina si farà «dopo l’estate per non dare fastidi ai bagnanti». Una tesi che, dal mio punto di vista, risulta piuttosto bizzarra.

Si rileva infatti che il tratto di costa è stato da tempo dichiarato “non risanabile”, e dunque il mare antistante le spiaggie del 1° Vico Marina e Boccaperti non sono balneabili. Sarebbe stato necessario procedere con urgenza alla bonifica degli arenili, più volte annunciata e da tempo attesa.

Lo scorso inverno, il progetto di bonifica delle spiagge di 1° Vico Marina e Boccaperti, presentato dal Comune di Napoli al Ministero dell’Ambiente, è stato restituito al promotore. Il motivo: prevedeva il conferimento del materiale contaminato nella cassa di colmata di Vigliena. Tale ipotesi è stata bocciata dal Ministero, anche se non sono noti – almeno a me – tutti i motivi della disapprovazione.

Questa vicenda introduce un’ulteriore nota dolente, legata ai piani per l’America’s Cup. A quanto pare, si starebbe valutando la possibilità di conferire, negli spazi ancora disponibili delle casse di colmata, i materiali provenienti dalla colmata contaminata di Bagnoli.

Il Corriere del Mezzogiorno di ieri ha pubblicato un articolo dal titolo: «Legora de Feo (Uniport): no ai detriti di Bagnoli nel Porto. Anche la Lega con Zinzi e Nappi contro il trasferimento dei residui di colmata».

«Scende in campo direttamente Uniport, l’associazione degli operatori portuali, contro il rischio di trasferire i detriti degli escavi di Bagnoli per la Coppa America nelle vasche di colmata della darsena di levante, già occupate dal materiale ricavato dai lavori che con il Pnrr si stanno eseguendo in tutta l’area».

Di analogo tenore è un articolo pubblicato stamane dal Corriere Marittimo, che riporta le dichiarazioni di Pasquale Legora de Feo (presidente di Uniport, nonché di Co.Na.Te.Co. e Soteco), il quale ha affermato:

«La questione riguarda la presentazione dell’emendamento al disegno di legge di conversione del Decreto 96/2025 (recante disposizioni urgenti per l’organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport, cosiddetto “Decreto Sport”) che prevede di utilizzare la residua capienza delle casse di colmata del porto di Napoli per i materiali di dragaggio dell’area Bagnoli-Coroglio che ospiterà l’America’s Cup».

«Un emendamento – ha dichiarato Legora – che rischia di penalizzare la città di Napoli e l’intera Campania».

Del punto di vista dei residenti, e di chi dovrebbe rappresentarli, non c’è traccia. È iniziata la solita contesa su chi debba avere la priorità per conferire i propri rifiuti speciali nelle casse di colmata di Vigliena. Sul lato sinistro della cassa, all’imbocco del porto, si stanno eseguendo lavori nello spazio inizialmente destinato alla cantieristica del Porto Turistico. Questo sarà invece colmato per ricavarne ulteriori piazzali, rendendo così disponibile altro spazio per il conferimento dei rifiuti speciali.

San Giovanni rischia di diventare la “Chernobyl” italiana: nella cassa di colmata del Nuovo Terminale Contenitori di Napoli Levante sono già stati sigillati ingenti quantitativi di rifiuti pericolosi. Altri se ne aggiungeranno nello spazio precedentemente assegnato alle officine a servizio del Porto Turistico, e altri ancora saranno probabilmente depositati nella Darsena Petroli, che il nuovo PRP in discussione propone di colmare evidentemente con altri rifiuti pericolosi.

La previsione del Corriere del Mezzogiorno è la seguente: «La reale capacità del Porto di Napoli e il fabbisogno degli scavi».

«Il Porto di Napoli stima una necessità di 6 milioni di metri cubi di escavo in area extra SIN e di circa 1,2 milioni di escavo in area del SIN Napoli orientale, al punto che il nuovo piano regolatore prevede il tombamento della attuale darsena petroli. A lavori ultimati dei cantieri del PNRR attualmente in corso sarà possibile smaltire all’interno della darsena di levante e della costruenda cassa di Vigliena poco meno di 280 mila metri cubi, meno di un quarto del fabbisogno stimato per l’accesso al porto in area San Giovanni e meno del 5% del fabbisogno complessivo».

«Da qui la condizione di allarme di tutti gli operatori che da tempo chiedono dragaggi e che in molti casi hanno portato a rilevanti contenziosi con l’Autorità portuale che solo in questo ultimo anno ha rimesso ben 5 milioni di euro proprio per i mancati dragaggi».

Nonostante la propaganda, continuo a non capire dove e come le persone potranno davvero recuperare il rapporto con il mare.

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