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Napoli. Occupato il liceo V. Emanuele II

Lunedì 6/10/2025, noi studenti del liceo Vittorio Emanuele II abbiamo occupato la sede di Via San Sebastiano.

L’occupazione afferma la nostra vicinanza al popolo palestinese e denuncia il blocco navale avvenuto violando il diritto internazionale da parte della marina militare israeliana nei confronti della Global Sumud Flotilla, missione umanitaria condotta da civili per portare aiuti e viveri al popolo palestinese.

Il nostro dissenso è alimentato ancor di più dalle notizie riguardanti le torture fisiche e psicologiche che sono state esercitate sui civili e sui giornalisti presenti sulle imbarcazioni.

Il genocidio commesso da Israele è inammissibile sotto il punto di vista umano, etico e giuridico, ed è per questo, e per il silenzio ipocrita dei governi occidentali, che oggi abbiamo ritenuto essenziale occupare la nostra scuola.

Il nostro governo, infatti, si rende complice del genocidio del popolo palestinese attraverso la vendita di armi allo Stato di Israele e finanziando apertamente la colonizzazione illegale della Cisgiordania.

Oggi rivendichiamo più che mai la presenza attiva in questo istituto perché il Ministero dell’Istruzione e del “Merito” applica questa linea politica a livello nazionale proprio nei nostri spazi, cercando di renderli luogo di censura e disinformazione.

È da queste considerazioni che scaturisce il nostro atto: non è un tentativo di ribellione fine a sé stesso, ma una forma di denuncia collettiva contro la sistematica repressione di cui siamo tutti vittime.

La nostra azione non presuppone quindi una critica al nostro istituto e alla sua Dirigenza, ma nasce dall’esigenza di riappropriarci della scuola come principale spazio d’azione ed espressione degli studenti.

Frequentiamo un liceo classico, in cui l’humanitas è il valore principale: non agire individualmente, ma usufruire del proprio pensiero critico ed eterogeneo per contribuire al progresso del consorzio umano, che non si arrende davanti a una monopolizzazione della cultura.

L’occupazione risponde alla necessità di “Bloccare tutto”, slogan al quale aderiscono altre scuole, piazze e università della nostra città e del nostro Paese, evidenzia l’emergenza di una mobilitazione forte della consapevolezza di noi studenti e rappresenta un punto radicale e fondamentale della nostra lotta.

Durante l’ occupazione la scuola sarà un luogo di informazione e dibattito al fine di tenere viva l’attenzione su ciò che sta succedendo in Palestina e nel resto del mondo. Terremo nel nostro liceo corsi autogestiti e assemblee inerenti alla questione, lasciando aperta la possibilità alla nostra comunità studentesca di prendere parte alle lezioni nel plesso scolastico Campagna, che rimarrà disoccupato.

Ci teniamo inoltre a specificare che ci impegneremo a garantire la sicurezza di tutti i partecipanti e la tutela degli spazi della scuola, attraverso il lavoro svolto dal servizio d’ordine e dal servizio di cura.

La nostra azione nasce dalla consapevolezza di non poter più vivere nel silenzio: pertanto ora, domani e finché non ci sarà risposta continueremo a gridare, perché, se il silenzio uccide, la nostra voce è resistenza.

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