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Bologna: i fascisti provocano una scuola elementare, mentre la repressione continua.

Ieri mattina un gruppo di insegnanti e solidali si è dato appuntamento davanti all’Ufficio Scolastico Regionale di via de’ Castagnoli a Bologna per chiedere alla Direzione una netta presa di posizione in favore della libertà d’insegnamento e la solidarietà concreta verso le maestre di San Pietro in Casale e le/i docenti che in Emilia Romagna sono oggetto di continue intimidazioni a causa della loro didattica aperta e inclusiva.

 Infatti, alcune settimane fa, il Giornale fa uscire una notizia-bufala in cui si diceva che nella scuola elementare di S. Pietro in Casale le maestre avevano fatto celebrare un matrimonio gay ai bambini. Nonostante la secca smentita delle insegnanti e del dirigente scolastico, l’indomani viene apposto uno striscione davanti all’ingresso della scuola recante la scritta “la vostra cultura è contro-natura” e la firma di Forza Nuova.

Ma questo “coraggioso” atto non è il primo effettuato in zona dagli adepti di Roberto Fiore, che da mesi collaborano con alcune parrocchie della zona inorriditi dal semplice fatto che in quella come in altre scuole si insegni ai bambini il rispetto e l’apertura verso le diversità.

Già nel febbraio scorso infatti, alcuni individui avevano tentato di bloccare una recita teatrale della scuola elementare distribuendo volantini contro l’”ideologia gender” e amenità varie. Anche in quel caso la provocazione cadde nel vuoto, ma è evidente come l’estrema destra reazionaria stia tentando in tutti i modi di creare un clima intimidatorio e diffamatorio nei confronti di chi vede nell’insegnamento un’opportunità di far crescere persone aperte e rispettose delle differenze.

Tutti questi episodi sono stati più volte denunciati da USB Scuola, Cobas, dall’associazione Primo Moroni di Ponticelli e da molte altre realtà, tutte presenti questa mattina al presidio.

Ma naturalmente non ci si aspettano indagini particolarmente approfondite per capire chi sia dietro a queste insulse provocazioni, visto che continuamente e nonostante la sua retorica apertamente fascista, più volte Forza Nuova è stata legittimata a scendere in piazza, organizzare comizi e convegni anche a Bologna, città che, teoricamente, l’antifascismo dovrebbe averlo nel sangue.

Proprio in una di queste uscite pubbliche dei ratti neofascisti, precisamente nel 2013, un numeroso corteo di militanti e attivisti antifascisti sfilò per le vie della città fino a raggiungere lo sparuto gruppetto di forzanovisti, naturalmente ben protetti da numerosi cordoni di celerini.

Dagli scontri che ne seguirono vennero denunciati e rinviati a giudizio sei attivisti i quali, nella giornata di ieri sono stati condannati in primo grado dal tribunale di Bologna. Tra i reati contestati lancio di oggetti e travisamento.

Tra i condannati vi è anche Gianmarco De Pieri, uno dei leader del TPO e candidato non eletto di Coalizione Civica, condannato ad un anno per travisamento.

Questo è il clima nella città felsinea e non solo: un clima di repressione a bassa intensità e nel quale si inseriscono, grazie anche alla certezza dell’impunità,  i peggiori reazionari e le loro infami provocazioni.

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