Menu

Anzola dell’Emilia: è ancora lotta contro gli sfratti

A luglio il sindacato ASIA-USB di Bologna si è battuto ad Anzola dell’Emilia perché venissero riconosciuti i diritti di due nuclei familiari che venivano sfrattati per morosità incolpevole. Il seguente articolo precedentemente pubblicato rimanda alla vicenda assieme al video prodotto dal sindacato.

L’ultimo aggiornamento dopo l’estate arriva col seguente comunicato preso dalla pagina facebook del sindacato:

Dopo gli sfratti in via Don Landi di quasi due anni fa e quelli dell’inizio di questa estate, ancora una volta l’amministrazione mette due famiglie, con molti minori e casi di invalidità, a rischio di vivere per la strada, minacciando uno sfratto violento senza alcuna soluzione.

Ancora una volta l’immobile in questione è la struttura di accoglienza temporanea di San Giacomo del Martignone, dove sono avvenuti gli sfratti a fine giugno, e dove le famiglie dovrebbero rimanere per 6 mesi, massimo un anno, e invece il Comune di Anzola le ha “parcheggiate” li per anni, senza rinnovargli il contratto e senza curarsi di come superare la fase transitoria trovando altri alloggi.

Dunque, se le famiglie sono rimaste ad abitare in questa struttura per anni, pagando quello che potevano anche in assenza di contratto (tra l’altro la mancanza di residenza non permette di rinnovare e regolarizzare i documenti di soggiorno), è un problema del Comune di Anzola, non loro.

Anzi, più in generale è un problema che riguarda tutto lo stato italiano, visto che la situazione di Anzola è, in piccolo, un’immagine del fallimento delle politiche sociali e lavorative nazionali, reso ben evidente fin dai primi anni della crisi.

Infatti le famiglie (come molte di quelle sfrattate in precedenza) avevano preso residenza ad Anzola e dintorni perché lavoravano nelle piccole e medie imprese di cui il territorio intorno a Bologna era ricco (la Italegno in questo caso). Con l’avanzare della crisi, e le scelte del governo di non sovvenzionare o alimentare economicamente questo tipo di tessuto produttivo locale, le ditte una dopo l’altra hanno dichiarato fallimento, lasciando anche spesso grossi arretrati ai dipendenti che si trovavano così a perdere il lavoro.

Naturalmente questo vuol dire avere sempre meno soldi per pagare l’affitto, per di più in un periodo in cui gli affitti, anche in provincia, tendenzialmente sono in rialzo, e la Giunta Regionale decide di privatizzare ulteriori case popolari quando invece, a fronte di questa emergenza sociale, servirebbe un importante aumento.

Il sindaco di Anzola, tuttavia, si è mostrato allineato con la politica del PD, non dimostrando alcun interesse reale a trovare soluzioni e anzi alternando promesse non mantenute, ricatti e comportamenti che sobillano la guerra tra poveri, tra italiani che stanno sempre peggio e migranti a cui non vengono riconosciuti nemmeno i diritti basilari.

Infatti, a giugno il sindaco parlava di trovare un lavoro ai genitori delle famiglie sotto sfratto o appena sfrattate, ma solo se (e dopo) che questi si fossero lasciati buttare fuori di casa come docili agnelli, perché il suo “amico” imprenditore non voleva chi fa “casino”.

Gli sfratti a giugno sono stati eseguiti e nessuno ha ancora un lavoro: solo bugie e ricatti quindi, anche perché in un paese democratico i datori di lavoro non devono assumere per simpatia, e men che meno secondo chi va bene o non va bene per il sindaco.

Questa è l’immagine del fallimento delle politiche pubbliche attuale che va assolutamente risanato, con un ampliamento dell’Edilizia Residenziale Pubblica e un piano straordinario per l’occupazione, finalizzato proprio al recupero, al ripristino e alla manutenzione di tale patrimonio pubblico.

Questo fallimento investe anche la sfera sociale, e ad Anzola abbiamo avuto esempi anche di questo: il sindaco ha più volte affermato di fare “assistenzialismo” verso i migranti che vivono ad Anzola, ma il messaggio implicito ai cittadini era “abbiamo provato a dargli l’elemosina, ma ora basta”, rischiando anche di suscitare reazioni di odio in questo periodo in cui tutti i politici, per primo Minniti, fanno carriera sulla reazione degli italiani all’idea che i migranti siano tutti pezzenti, ladri e stupratori.

I migranti sono persone come gli altri, con una loro dignità, per questo, senza distinzione di colore di pelle, insieme ci difenderemo dagli sfratti, dicendo forte chiaro al sindaco che:

1. Non vogliamo assistenza né assistenzialismo, ma DIRITTI: CASA e LAVORO sono i primi tra questi e devono essere garantiti a TUTTI.

2. Non accetteremo ricatti: la casa e il lavoro, come tutti i diritti, vanno riconosciuti senza passare per rapporti clientelari o tra “amichetti”, queste non sono le modalità con cui operano le istituzioni Pubbliche

3. Ogni alloggio vuoto di Anzola e dintorni va rimesso a disposizione in quota pubblica, o comunque equiparato per costi e modalità di assegnazione alla Casa Popolare.

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *