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Lavoratori dei servizi domiciliari: USB pronta a rientrare in sciopero!

Nonostante siano stati emanati numerosi decreti sulla sicurezza e la tutela dei cittadini e dei lavoratori in piena emergenza Covid, abbiamo visto come questi non abbiano coinvolto molte categorie lavorative, tra cui quella degli operatori del Terzo Settore e in particolare chi svolge attività di assistenza domiciliare.

Il settore assistenziale, già martoriato dalle politiche socio-economiche degli ultimi anni, ha visto un ulteriore abbandono da parte delle istituzioni e dei sindacati CGIL CISL e UIL. Infatti, non solo nessun tipo di prestazione domiciliare è stata bloccata ma anzi, nei fatti, è stata ulteriormente incentivata: i sindacati confederali, con la Confindustria, hanno firmato un protocollo d’intesa per tenere aperta la produzione e i servizi. Come è possibile mantenere una distanza di sicurezza in un contesto educativo su soggetti disabili partendo dal presupposto che il lavoro degli educatori necessita di essere integrato con un programma scolastico, attualmente bloccato? Come è possibile mantenere le distanze di sicurezza nei centri per anziani?

L’USB, in questo contesto di massacro sociale, si è schierato in prima linea con i lavoratori per richiedere un documento di aggiornamento della valutazione dei rischi, per rilevare il livello di esposizione al rischio di contagio, ma anche l’elaborazione di procedure operative di sicurezza sul tema e corsi di informazione-formazione-addestramento dei lavoratori, sulla base dei rischi specifici di contagio connessi con la propria mansione e la garanzia una sorveglianza sanitaria specifica che preveda il monitoraggio della salute dei lavoratori e le condizioni di sicurezza minime per poter lavorare adeguatamente in questo periodo. Nel caso in cui non sia possibile garantire queste misure preventive, il lavoratore può e deve rifiutare i servizi domiciliari. Assieme a ciò non va dimenticata un’ultima questione: il riconoscimento del salario al 100%.

Non essendoci stata nessuna attuazione delle richieste espresse, l’USB ha lanciato lo stato di agitazione permanente non solo per il blocco immediato delle produzioni e delle attività non essenziali, ma anche per la garanzia della salute, del salario e dell’occupazione. A fronte di quanto riportato del decreto ministeriale pubblicato il 18 marzo scorso che prevede la possibilità di pagare i servizi già sospesi dal mese scorso, USB ha ribadito che questo deve tradursi necessariamente del pagamento del salario al 100% per quei lavoratori il cui servizio è stato sospeso nel mese di marzo: “Lanciamo un monito, perché sappiamo che non mancheranno le operazioni di sciacallaggio: a fronte del pagamento dei servizi pretendiamo che lo stipendio sia corrisposto per intero senza se e senza ma, fuori dalle logiche del ricatto sulla rimodulazione dei servizi in interventi domiciliari, individualizzati e a distanza. Se nei servizi continueranno a non essere garantite le condizioni di sicurezza, continueremo a proclamare sciopero e a pretendere tutte le tutele del caso. È finita l’epoca del lavoro mansueto.”

Nel frattempo, dopo lo sciopero di qualche giorno fa proclamato a Bologna e Firenze, la Commissione di Garanzia ha imposto la revoca dello sciopero. USB, pur revocando lo sciopero, ha dichiarato in risposta alla Commissione, che continuerà a monitorare le situazioni dei lavoratori dei servizi domiciliari, me sarà pronta a garantire la possibilità per i lavoratori di astenersi dal lavoro qualora non vengano rispettate le misure di sicurezza.

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