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Rimini: blocco totale delle attività. Meglio tardi che mai!

Nuova ordinanza del presidente Bonaccini, ieri sera, che sospende finalmente tutte le attività economiche a Rimini e provincia, per far fronte all’emergenza coronavirus che nella provincia di Rimini, confinante con quella di Pesaro e Urbino, sta mostrando un escalation di nuovi contagi (+9.5%).

Anche in questo caso Bonaccini è a concedere l’ordinanza, non a proporla (come dovrebbe fare un vero capitano responsabile di una nave)! Sono stati i sindaci del capoluogo infatti, a chiedere con forza al presidente della regione di stringere sui controlli e sulle misure di contenimento, evidentemente preoccupati della salute dei cittadini e della tenuta delle strutture ospedaliere. Sentito quindi il Direttore del AUSL della Romagna, ieri sera la prima ordinanza davvero seria e decisa viene emanata dalla Regione: a partire da lunedì chiusura totale e generalizzata delle attività economiche ad eccezione di quelle essenziali o che pervadano il lavoro in completo isolamento del personale, e a partire dalla mezzanotte di oggi chiusura delle strade secondarie e degli spostamenti.

Un’ordinanza che mette ulteriori restrizioni come chiusura dei parchi, spiagge, bar e ristoranti, limitazioni del trasporto pubblico e della mobilità privata, già presenti in molte città d’Italia, ma che agisce finalmente anche sul piano del lavoro, imponendo la chiusura dei cantieri (ancora aperti in moltissime città) e di tutte le attività produttive che non essenziali e che non rispettino (o non possono rispettare) i requisiti di sicurezza che la situazione impone per la tutela dei lavoratori e della salute pubblica:

– impiego di personale prioritariamente proveniente dal distretto sanitario della Provincia di Rimini in cui ha sede l’azienda;
– utilizzo di ogni dispositivo di protezione specifica dal contagio necessario (mascherine, guanti e kit);
– sistematica sanificazione degli ambienti di lavoro;
– rispetto della distanza tra le persone superiore a 1,5 metri;
– scaglionamenti degli orari di ingresso per impedire afflussi di personale in contemporanea;
– impiego del personale in presenza strettamente limitato al contingente essenziale alle attività sopra indicate e anche al ricorso al lavoro a distanza e in smart working;
– chiusura di spogliatoi e luoghi di aggregazione all’interno e all’esterno delle strutture produttive;
– divieto di riunioni sia all’esterno e all’interno dell’azienda con presenza fisica;
– chiusura degli accessi alle persone che non hanno rapporto di lavoro con le aziende.

È un ordinanza, questa, che arriva forse in ritardo, e che ci auspichiamo venga estesa a tutto il territorio regionale e nazionale, e soprattutto che venga rispettata davvero, per la difesa della salute pubblica e dei lavoratori ancora in troppi a dover lavorare in condizioni per nulla sicure!

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