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Bologna: riprende il processo di smantellamento della sanità pubblica

Che l’emergenza Covid avrebbe avuto un impatto di medio termine sulle strutture sanitarie, era cosa abbastanza prevedibile, dati i nuovi protocolli di sicurezza sul distanziamento che coinvolgono, giustamente, anche gli ospedali e i reparti di degenza. Dopo mesi di elogi all’eroismo di medici e SSN, passati a promettere e pianificare nuovi fiammanti investimenti per rafforzare il sistema sanitario nazionale pubblico, quando ancora l’emergenza non è passata definitivamente, riprende a gamba tesa il processo già in atto da anni, di trasferimento di funzioni dal SSN pubblico alle cliniche private, come è evidenziano le risposte che le dirigenze ospedaliere, regionali e accademiche dell’Emilia Romangna.

A Bologna, che ricordiamo era fiore all’occhiello per quanto riguarda la gestione del welfare sanitario e scolastico soprattutto, a fronte di una mancanza di 380 posti letto dovuta alla decisione di ristrutturare due ali del padiglione 5 dell’Ospedale Sant’Orsola (uno dei piu prestigiosi ospedali universitari d’Italia), la Direttrice e attuale commissario straordinario dell’Ausl, Chiara Gibertoni, in un intervista rilasciata al Corriere della Sera il 25 Maggio, ha infatti auspicato un accordo tra Regione e Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata) per “l’affitto” per 4-5 anni presso le cliniche accreditate di una parte dei posti letto mancanti. Il tutto introdotto da un “non possiamo perdere tempo” presente nell’introduzione all’articolo, che evoca il “Fate presto” del Sole24 per i tagli selvaggi del Governo Monti.

Sembrerebbe inoltre che, non essendovi ancora un Nucleo tecnico formato dal Sant’Orsola, Università di Bologna e dalla Giunta comunale, i sindacati non siano stati minimamente coinvolti nella definizione di tale piano di ricollocamento, ma solo informati “a bocce ferme”, che i lavoratori siano pertanto all’oscuro sulle modalità dei trasferimenti e che nulla sia ancora stato chiarito sulle eventuali ricadute contrattuali dei precari, che si avranno a seguito delle probabili esternalizzazioni ai privati.

Insomma, dopo mesi di turni massacranti, in una battaglia continua tra la vita e la morte, questo sarebbe il trattamento che la dirigenza ospedaliera riserverebbe a quelli che fino a ieri sarebbero stati gli eroi nazionali contro il coronavirus.

Venerdì prossimo, l’USB ha lanciato un presidio di mobilitazione del personale sanitario contro il precariato e per l’assunzione di tutto il personale a salari dignitosi. Sta arrivando il momento della resa dei conti anche per questa Giunta Regionale, vice-presieduta dai Coraggiosi che si sono sbracciati in campagna elettorale in difesa del lavoro e della salute, e presto avremo evidenza di quanto alle parole, saranno seguiti fatti coerenti.

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1 Commento


  • anna

    Sanità pubblica demolita a Bologna dal 2017 in poi. Chiuse strutture pubbliche per agevolare cliniche, clinichette e ambulatori privati. Perché nessuno fa niente! che business c’è dietro? Possibile che non ci si rende conto di quello che sta accadendo? Bisogna prestare attenzione!!!! Bolognesi reagite a tutto questo .

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