Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini rilancia la sua idea di “ricostruzione”. È la solita ricetta che il PD propone da almeno 10 anni in Emilia Romagna: l’autonomia della regione e la gestione della sanità insieme al settore privato.
Neanche la disfatta della regionalizzazione della sanità, con più di 30mila morti concentrati soprattutto nelle regioni ricche del Nord, convince Bonaccini a cambiare strada. Anzi, mentre cresce la rabbia popolare contro la giunta regionale della Lombardia, Bonaccini rilancia la collaborazione istituzionale con le regioni a guida leghista e rilancia il processo dell’ autonomia differenziata. L’abbiamo già visto qualche giorno fa difendere Fontana, ora rilancia la collaborazione con Zaia.
Le conseguenze pratiche sono immediate. Dopo aver passato mesi ad applaudire i lavoratori della sanità pubblica, dopo aver promesso bonus che spesso non sono mai arrivati in busta paga, è cominciata la ristrutturazione degli ospedali per rispondere alle nuove esigenze di sicurezza.
Peccato che a partire dagli ospedali di Bologna, l’aumento di posti in terapia intensiva è compensato dal subappalto di centinaia di posti letto agli ospedali privati. Una soluzione che abbiamo già visto all’opera dopo il terremoto di Modena, che viene spacciata per temporanea ma che abbiamo visto diventare definitiva.
Bonaccini in campagna elettorale ha agitato la suggestione di una nuova Resistenza contro il fascismo della Lega e ha promesso un modello di sanità diverso da quello privatizzato di Lombardia e Veneto. Passate le elezioni è tornato alla collaborazione col centrodestra e alla privatizzazione strisciante.
Noi di Potere al Popolo rilanciamo l’opposizione al modello Lombardo e alla autonomia regionale differenziata. Questo sabato saremo a Milano all’evento “Costruiamo l’alternativa al modello Lombardia!” per costruire un’alternativa e chiedere il commissariamento della giunta regionale di Fontana e le dimissioni dei sindaci di Milano e Bergamo.
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