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Corteo a Bologna “Per un nuovo futuro”. Il sindacalismo di base in piazza

“Per un nuovo futuro. Vogliamo salute, soldi e diritti”.  Con questo appello unitario, promosso da alcune sigle del sindacalismo di base ADL Cobas, SGB, Si Cobas e Cobas Bologna per una convergenza cittadina e regionale dei percorsi di lotta, qualche migliaio di persone hanno sfilato in corteo per le strade di Bologna ieri pomeriggio.

“Pensiamo che in questa crisi drammatica le classi dirigenti abbiano già deciso che sistema di welfare e modello di sviluppo non devono subire alcuna significativa né radicale inversione di tendenza, di cui invece abbiamo assoluta necessità e bisogno. Va in questa direzione la gestione politica dell’emergenza e soprattutto della transizione targata Bonaccini, che rappresenta un modello per la gestione capitalistica dell’era pandemica, imperniata su un sistema economico produttivista, inquinante e neocorporativo, su un welfare differenziale e sussidiario, su una sanità ancora pienamente fonte di profitto privato.”

Con questo messaggio, durante il corteo sono state sanzionate l’Inps, che “Vende fumo, false promesse: ancora oggi non sono in grado di dire a lavoratori e lavoratrici quando e come arriveranno i soldi, gli ammortizzatori sociali e il reddito”, un centro per l’impiego, McDonald’s e Prefettura, per denunciare che non è andato tutto bene in questi mesi, che i lavoratori ancora aspettano i soldi promessi dal Governo, e che questa crisi sanitaria e la crisi economica che sta già mostrando i suoi effetti, non la devono pagare i lavoratori. Molti i temi toccati durante il corteo:  la sanità, l’interruzione volontaria di gravidanza, la condizione delle carceri e l’amnistia, l’ambiente, le lotte della logistica.

Al termine del corteo, in piazza Maggiore, è iniziato poi lo sciopero dei riders che come il personale sanitario, è passato dall’eroismo all’esclusione non appena la fase 1 ha ceduto il passo alla 2 e alla 3.

Presente in coda al corteo anche Potere al Popolo, che non ha mai smesso di fare il suo lavoro perchè ” il miglior modo dire è fare”.

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