La IREN ha stipulato negli ultimi mesi del 2022 un accordo con la società idrica israeliana Mekorot. Diverse fonti riferiscono dati inquietanti.
Amnesty International già dal 2017 ha denunciato con prove documentali il controllo israeliano delle risorse idriche palestinesi, finalizzato a costringere i palestinesi a lasciare le proprie terre.
Mekorot infatti avrebbe acquisito dall’autorità militare palestinese per una cifra irrisoria decine e decine di pozzi nei territori palestinesi occupati, arrivando a controllare il 90 % delle risorse idriche della Cisgiordania. Intere riserve idriche nella valle del Giordano sono state prosciugate.
L’acqua, originariamente dei palestinesi, viene rivenduta da Mekorot ai palestinesi stessi a prezzi elevati e viene erogata in modo sempre più ridotto.
L’apartheid dell’acqua è dunque parte dell’ “apartheid a cielo aperto”, imposta da troppo tempo ad un intero popolo, a causa dell’occupazione militare israeliana, recentemente denunciata dalla relatrice ONU con riferimento al recente Rapporto sui diritti umani.
Negli ultimi 12 giorni ben nove palestinesi sono stati uccisi. In questo contesto l’accordo siglato da Iren con Mekorot è vergognoso e ancora una volta rivela le contraddizioni di questa multiutility, che mentre si fregia di fare bilanci sostenibili, si rende complice dell’apartheid palestinese ed è pronta ad assetare un popolo.
E’ necessario che i Comuni, soci di IREN, si oppongano a questo accordo con Mekorot e costringano IREN a recedere dai suoi propositi. Altrimenti qual è il senso della loro presenza, per di più maggioritaria, se avallano scelte contro i diritti dei popoli? In particolare chiediamo al Comune di Parma di prendere immediatamente posizione sulla vicenda: il silenzio è complice.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa