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Bologna. In migliaia alla proiezione di “Come una foresta in città”. Una severa lezione per il Comune

Come sapete l’idea era di proiettare “Come una foresta in città”, il documentario su XM24, al Parco della Zucca come facciamo ogni lunedì per il quarto anno del Nuovo Cinema Bolognina.

Le 2 ore di diluvio serale ci hanno fatto optare per spostare la proiezione sotto la tettoia Nervi. Quale luogo migliore in questo quartiere se non il simbolo della privatizzazione dello spazio pubblico?!

Riprendersi una piazza che resta a tutti gli effetti pubblica per la nostra iniziativa completamente accessibile e gratuita ci è sembrata l’idea più giusta ed anche in sintonia con quello che si proiettava.

E infatti la risposta è stata grandiosa e oltre le aspettative.

Centinaia di persone si sono strette e commosse insieme per quella che oggettivamente ha rappresentato un’esperienza politica e sociale unica per il quartiere e la città.

Ci siamo dimenticati per qualche ora la Bologna di Lepore, del turismo mordi e fuggi e dei mille eventi culturali che servono a far cassa e vendere crescentine e birrette a prezzi indecenti.

La città in cui tutto ciò che rappresentava un punto d’orgoglio conquistato in decine d’anni da una cittadinanza da sempre critica e attiva è stato divorato e riprodotto con un volto più pulito per fini di consumo e di vera e propria colonizzazione turistica dei quartieri.

Non è solo il caso della messa a profitto della creatività degli spazi sociali sgomberati ma gli stessi servizi essenziali sono stati ridefiniti sulle esigenze del turismo. E così, ad esempio, il trasporto pubblico è concepito per portare col tram dalla stazione alla fiera e al sempre fallimentare Fico.

Le case popolari vengono lasciate all’abbandono e i cittadini che le vivono in una situazione di disagio esistenziale ma allo stesso tempo si spendono migliaia di euro per il museo dell’edilizia popolare.

Nella Bologna che abbiamo conosciuto fino a pochi anni fa esistevano ancora spazi di libertà, era una città che voleva essere più aperta ed accessibile di quanto decenni di repressione cercassero di schiacciarla.

Siamo sicuri che chi l’ha vissuta come noi non sia disposto a vederla svendere per sempre e l’esperienza collettiva di ieri lo dimostra ampiamente.

Per questo nel nostro piccolo continuiamo la lotta per invertire la rotta, per costruire una città concepita per chi la vive e non per l’interesse dei privati.

Bologna collettiva e pubblica sarà bellissima.

Adelante!

 

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