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Bologna e Napoli. Tutta colpa dei centri sociali

Ecco il nuovo giochino del circo mediatico main stream, citando Diego Bianchi. I centri sociali sono il nuovo-vecchio primo nemico, dopo aver mandato in soffitta l’ormai impalpabile Beppe Grillo. Violenti, invicili, reazionari, conservatori e magari anche fascisti. Questo è il ritornello che dal fine settimana si ripete dopo due fatti avvenuti in due città diverse: Napoli e Bologna.

Chi salva Salvini

In merito ai fatti del campo rom (che poi erano Sinti), del capoluogo emiliano si è scatenato un Truman show. Quattro ragazzi si sono avvicinati all’auto del segretario della Lega per contestarlo e battendo i pugni sul cofano: due vengono investiti violentemente dall’autista che mette il turbo. Il tranello studiato a tavolino dall’europarlamentare lumbard aveva già pronto il suo ufficio stampa: inviare foto dell’auto ai giornali e fare la vittima di “un’aggressione”. Il circo main stream parla a senso unico, anche alcune testate “di sinistra” ci cascano, mentre il bravo Saverio Tommasi ricostruisce il tutto su fanpage.it. A coronare questo Truman show è stato il vicedirettore di Europa Mario Lavia, organo del Partito democratico:  “la visita di Salvini al campo rom era legittima”. Istigare all’odio razziale, dunque, è legittimo. I centri sociali sono il vero nemico.

 Il prof per tutte le stagioni

A Napoli lo scorso venerdì ci sono stati gli incidenti davanti Città della scienza. Doveva venire Matteo Renzi che poi ha annullato la visita ma il corteo contro lo Sblocca Italia si è tenuto con oltre 3mila persone in piazza. Di fronte al no della Fondazione Idis (ente gestore di Città della scienza) di aprire i cancelli per consentire un’assemblea dei manifestanti, si sono verificati scontri, cariche e lancio abbondante di lacrimogeni. A vincere la palma di miglior editorialista del #tuttacolpadeicentrisociali è Paolo Macry. Il docente di Storia contemporanea della Federico II ha un passato a sinistra che poi è virato senza tanti problemi verso destra o comunque verso i salotti buoni, tanto da scrivere sul giornale edito dal presidente di Confidustria Campania: “A cosa si oppongono infatti gli episodi di conflittualità esplosi ultimamente a Napoli? A una soluzione del problema dei rifiuti. Alla messa a profitto dell’area di Bagnoli. Allo sviluppo del turismo di massa. Alla costruzione di centrali elettriche. Alle trivellazioni in Campania. Ovvero a ogni ipotesi di accrescimento della ricchezza locale. Che nel frattempo il contesto viva una crisi strutturale gravissima sembra questione lontana. Gli antagonisti ignorano la città che si sbriciola al primo acquazzone e le periferie dominate dalla camorra. Appaiono disinteressati agli effetti occupazionali dell’edilizia, allo smaltimento delle ecoballe, alla ricostruzione dell’ambiente. Mischiano presunti interessi locali con parole d’ordine anticapitalistiche, antitecnologiche, antimoderne. Sono cioè, in senso stretto, reazionari”. In questo passaggio c’è un falso storico e una scrittura propagandistica imbarazzante: in questo passaggio sono elencati tutti i temi su cui migliaia di cittadini si battono da anni. È chiaro che tutti gli interessi che girano intorno allo Sblocca Italia hanno individuato un nemico nell’assenza di un’opposizione democratica in Parlamento: centri sociali, movimenti e comitati.

Siamo di fronte a una narrazione tossica dei fatti e della realtà. Si è alzata una cappa consistente di potere che non ammette critiche, opposizioni e conflitto sociale. L’informazione sta giocando, come sempre, un ruolo centrale. Sempre venerdì era stato proprio il premier Renzi a indicare il Vangelo: “No contrapposizione, chi lavora in un capannone o in una fabbrica non lo fa per lo stipendio ma per appartenenza a un marchio”. Gli operai di Terni sono stati il segnale di questo nuovo corso: chi salva i Salvini o chi dà voce ai signor Macry sta facendo sprofondare il Paese in nuovo pericoloso clima di odio di classe e razziale.

* Fonte: http://autori.fanpage.it/tutta-colpa-dei-centri-sociali

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