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Bologna. Hercolani occupata: fuori Israele e guerra dall’università!

Ore 11:00 conferenza stampa 

17/11 giornata di mobilitazione nazionale in università 

21/11 mobilitazione sotto il senato accademico 

Oggi gli studenti e le studentesse di UNIBO hanno risposto alla mobilitazione in tutta Italia in solidarietà alla resistenza palestinese, dalle piazze alle recenti occupazioni, perché vogliamo che la nostra università si schieri con la Palestina, come richiesto dall’appello dei professori. 

Dopo 75 anni di massacro indiscriminato che il popolo palestinese sta subendo da parte di Israele con l’appoggio di tutto l’occidente e più di 10 mila morti solo nell’ultimo mese con bombardamenti indiscriminati su ospedali, scuole, università e campi profughi, non è più accettabile che i nostri atenei si schierino dalla parte di Israele, o si nascondano dietro false posizioni di equidistanza mentre hanno le mani in pasta con centinaia di progetti con il comparto bellico e gli atenei israeliani e con tutta la filiera della guerra. 

La nostra università, infatti, si è ormai messa l’elmetto: dal NATO model event alle vere e proprie esercitazioni militari NATO a supporto di Israele, dallo spalleggiamento ideologico bellicista alle collusioni con l’industria militare e di legami con atenei israeliani direttamente complici dell’apartheid del popolo palestinese.

Per questo chiediamo:

Stop accordi UniBO e Israele: l’UniBO intrattiene accordi con pezzi importanti del comparto militare industriale israeliano, tramite progetti come CASTLE: nel quale sono direttamente coinvolte l’Israel Aerospace Industries Ltd. e Aero-Magnesium Limited (A.C.S). L’UniBO intrattiene rapporti con le università israeliane dell’apartheid, come le università di Tel Aviv, di Ben Gurion, la Hebew University.

Stop agli accordi UniBO e la filiera bellica: l’UniBO vanta tra le sue collaborazioni con l’industria della morte, una vera e propria partnership con la Leonardo SpA per la ricerca d’ateneo. La Leonardo, oltre a mandare armi in tutto il mondo – in primis ad Israele-, è anche un’azienda con partecipazioni israeliane. Non saremo menti per la vostra guerra, fermiamoli!

Stop accordi UniBo NATO: le nostre università si militarizzano, legandosi alla NATO in una serie di iniziateve come il Nato Model Event -che mira a formare il futuro personale dell’alleanza militare- e addirittura tramite tirocini per studenti presso la Marina militare, in esercitazioni NATO in sostegno di Israele: l’UniBO va in guerra, fermiamoli!

Pretendiamo una presa di pozione ateneo contro i crimini di Israele, come sostenuto nell’appello di centinaia di professori dell’Università, che verrà presentato in senato accademico il 21/11 lanciata da @gep_bologna.

Pretendiamo una commissione d’inchiesta dell’ateneo per individuare, desecretare e sciogliere ogni accordo che l’UniBO intrattiene con la guerra e Israele, una commissione partecipata da studenti che si sono battuti in questa battaglia.

Chiediamo che i soldi investiti nella ricerca bellica e nella guerra vengano investiti nell’università. Questo perché la cieca complicità e subalternità delle nostre università alla filiera della guerra va incontro al coro unanime dell’imperialismo occidentale che dirotta tutti gli investimenti verso la guerra, tagliando al sociale e aumentando la repressione. 

Infatti quelle stesse classi dirigenti che ci portano in guerra sono le stesse che, ci tolgono ogni prospettiva di emancipazione condannando la nostra generazione ad un futuro di guerra, precarietà e miseria.

Noi non ci stiamo. Facciamo sentire la nostra voce, la voce della maggioranza del nostro ateneo e del paese che si schiera contro il genocidio del popolo palestinese: verso la giornata di mobilitazione nazionale dalle scuole e università del 17/11 per troncare ogni rapporto di collaborazione e complicità, a partire dai nostri atenei, e verso l’assemblea nazionale del 19/11 per rompere ogni complicità tra Italia e Israele, e verso il SENATO ACCADEMICO DEL 21 NOVEMBRE. 

PALESTINA LIBERA, FUORI GUERRA E ISRAELE DA UNIBO!

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