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Bologna. C’è tanta voglia di censura, anche nella “città più progressista d’Italia”

La programmazione del film di parte russa sulla guerra in Ucraina “Il Testimone” sta scatenando le voglie di censura anche a Bologna, dove il sindaco Lepore cerca di mettersi in luce approfittando delle polemiche di questi giorni, convocando i gestori del centro Culturale Villa Paradiso per farne ritirare la proiezione. E per par condicio anche i fascisti di governo di Fratelli d’Italia si aggregano.

Villa Paradiso è uno spazio sociale che ha ridato un centro di aggregazione popolare al quartiere Savena, ospitando negli anni attività e iniziative di diverse associazioni e comitati anche di diversa estrazione politica. Disponibilità e apertura che ci ha permesso anche come Potere al Popolo di svolgere molte iniziative, in una città in cui trovare luoghi per fare attività politica è praticamente impossibile.

Al di là di ogni giudizio sul film che non conosciamo e sui giornalisti coinvolti, è evidente la voglia di censura che serpeggia proprio nel momento in cui si aprono nuovi fronti di guerra e tutto il blocco euroatlantico è attraversato da tensioni tra chi vuole mantenere inalterato l’impegno nella guerra per procura sul terreno ucraino e chi vorrebbe spostarlo, magari sulla Palestina e il Canale di Suez, e domani chissà su quali altri fronti. Il PD è un attore responsabile di questa guerra, avendo votato insieme al FdI 8 pacchetti di invio di armi a Kiev, l’ultimo dei quali saltando completamente il dibattito parlamentare, e si appresta a votare il nono.

D’altra parte, proprio a Bologna il Pd propone e fa approvare ordini del giorno in cui la ricostruzione non va più indietro del contrattacco del 7 ottobre ’23 per abbracciare 75 anni di occupazione del sionismo israeliano ai danni del popolo palestinese. Nè ci sembra che il sindaco abbia nessun tipo di problema rispetto al fatto che l’università fiore all’occhiello della nostra città mantenga i rapporti con le università israeliane o collabori direttamente con la filiera militare tramite Leonardo SpA, e tantomeno si prende la briga di indagare il doppio uso civile-militare della ricerca. E questo ci pare il vero volto di chi si arroga il diritto di stabilire quali film vengano proiettati in città.

Sopportiamo ogni giorno le accuse di “pacifintismo” e vediamo come ogni giorno di più la propaganda di guerra abbandoni ogni pretesa umanitaria ed è ogni giorno di più esplicita difesa dell’imperialismo di casa nostra. Come disse Karl Liebknecht all’alba della Prima Guerra Mondiale, sappiamo che il primo nemico è in casa nostra, è il nostro imperialismo, è il nostro partito della guerra.

 

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