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In via Acca Larentia neofascisti da tutta Italia. Anche da Cesena

Anche quest’anno diversi militanti e gruppuscoli neofascisti d’Italia si sono dati appuntamento di fronte alla ex sede del MSI di via Acca Larentia a Roma, nel quartiere tuscolano, per commemorare tre militanti del Fronte della Gioventù, l’ala giovanile del Movimento Sociale, uccisi il 7 gennaio 1978, due da militanti dei Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale ed un altro da un agente a seguito di scontri con la polizia davanti alla sede del partito neofascista.

Anche quest’anno, com’era ampiamente scontato, al rito del presente i centinaia di astanti hanno risposto col saluto romano. Centinaia di persone inquadrata militarmente, per centinaia di braccia tese.

Ad annunciare la manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa mille persone, era stato un manifesto nero con il titolo ‘presente, presente, presente’ e in alto una croce celtica bianca. Manifesto ampiamente diffuso sui maggiori social.

A lanciare l’iniziativa, quest’anno, come è avvenuto negli ultimi anni, è stata CasaPound che ha scalzato dalle scene Forza Nuova, diventando il movimento egemone dell’estrema destra neofascista capitolina.

Per la cronaca, tra quei centinaia di neofascisti che facevano il saluto romano davanti all’ex sede del MSI di Acca Larentia, era presente anche un drappello di appartenenti a CasaPound Cesena in trasferta a Roma. Tra loro, l’ex candidato sindaco per CasaPound alle elezioni comunali del 2019, l’imprenditore cesenate Antonio Barzanti.

In mattinata si era svolta invece la commemorazione da parte dei fascisti di governo, questa volta senza troppe braccia tese, a cui hanno partecipato in un afflato bipartisan il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca (ex MSI, ex presidente della Croce Rossa, che come prima cosa da governatore ha tolto il patrocinio della Regione al Gay Pride), e l’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor (del PD), che hanno deposto due corone di alloro nel piazzale dove c’è la targa che ricorda i tre missini.

Rampelli

Altra delegazione, quella di Fratelli d’Italia, alla presenza di diversi militanti e parlamentari, il cui più noto è stato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, da sempre vicino al mondo della destra radicale. Infatti c’era anche la bandiera con il simbolo della sezione di Colle Oppio, punto di riferimento dell’area di Fabio Rampelli.

Ricordiamo che nel 2012 i militanti dell’ex sede del Movimento Sociale Italiano di Acca Larenzia hanno sostituito la targa commemorativa apposta nel 1978, modificando la dicitura “vittime della violenza politica” con la scritta “assassinati dall’odio comunista e dai servi dello Stato” a cui segue la firma “i camerati”.

Il rito del presente è poi stato ripetuto nella serata, con una fiaccolata a Villa Glori ai Parioli,  dai giovani di Fratelli d’Italia, inquadrati nel raggruppamento Gioventù Nazionale.

La cosa fantastica è che la “sinistra” (meglio mettere tra virgolette) istituzionale sembra essersi accorta solo quest’anno che questo è un raduno neofascista, dove al rito del presente immancabilmente – proprio come succede a Predappio con le ricorrenze che ricordano Mussolini – si accompagnano selva di braccia tese.

Quest’anno gli esponenti del PD e degli altri partiti parlamentari che giocano a fare “quelli di sinistra” si sono detti sgomenti per i saluti romani. Eppure è quello che accade ogni anno a queste commemorazioni.

Ma come? Non sapevano che ad un’adunata fascista si fanno i saluti romani? Sembra quasi una sorpresa. Dovrebbe invece essere scontato: i fascisti fanno i fascisti. Lo fanno naturalmente perché sanno che glielo si permette, e perché oramai ogni iniziativa volta a contrastarli viene bollata come negatrice della libertà di opinione.

Come se il fascismo fosse un’opinione, e non avesse una storia materiale di efferatezze intollerabili.

Come se nella cosiddetta “stagione della violenza” degli “anni di piombo” i fascisti non abbiano avuto il ruolo preminente di manovalanza per la commissione di aggressioni, attentati, omicidi politici, tentati colpi di stato e stragi.

Ora alcuni di loro sono al governo e si atteggiano da santarellini, facendo quello che gli riesce meglio: le vittime. Ma chi ha la memoria lunga si ricorda dell’infinita sequela di violenze e omicidi perpetrata dai fascisti soprattutto nei decenni tra anni 60 e 70, e negli anni successivi.

Ma l’ipocrisia dei partiti d’opposizione al governo Meloni è detestabile quanto le esibizioni di smaccata celebrazione del fascismo. Perché usano il tema dell’antifascismo solo per fare notizia, per racimolare qualche voto. Ma in realtà non gli importa veramente.

Del resto davanti alla ex sede del MSI di via Acca Larentia è disegnata in terra, da qualche anno e cioè dal 2017, una gigantesca croce celtica che nessuno si è mai degnato di cancellare, anche se i residenti hanno manifestato più volte la loro insofferenza per questa simbologia mortifera disegnata davanti alle loro case.

Eppure i sindaci che nel frattempo si sono succeduti alla carica di primo cittadino sono stati Virginia Raggi, dei 5 Stelle, e Roberto Gualtieri, del PD, cioè proprio due dei partiti che oggi storcono il naso per i saluti romani.

Stiamo parlando degli stessi partiti che hanno governato la capitale in questi ultimi anni, sgomberando varie occupazioni abitative di persone davvero indigenti, ma senza mai toccare la sede nazionale di CasaPound al civico 8 di via Napoleone III, che a dicembre di quest’anno ha così potuto festeggiare i vent’anni di occupazione.

Se non sono ipocriti, che altro sono?

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