Ieri la Casa della Pace di Casalecchio ci ha ospitato per la nostra assemblea “Casalecchio città pubblica e solidale”. L’abbiamo lanciata dicendo che volevamo rimettere la politica al centro dei nostri territori, ma abbiamo fatto anche l’inverso, ovvero ricomprendere i nostri territori al centro delle questioni politiche più generali.
Tutti gli interventi e il dibattito che ne è seguito sono arrivati ai nodi della vita di Casalecchio, mostrando come non è possibile scollegarli da quanto sta succendendo a livello nazionale e internazionale.
Questo vale per l’ambiente, come ha spiegato bene Mauro Baldrati, che ha tracciato una linea diretta fra il rischio di infarto climatico e la cecità degli “amministratori che amano le grandi opere” e gestiscono le città come delle aziende per fare cassa, producendo cementificazione e inquinamento, come nei casi dell’area ex-Hatù, e del bosco e dei terreni devastati per la nuova Porrettana.
Alice dell’organizzazione comunista giovanile Cambiare Rotta e Giacomo hanno parlato della questione giovanile, anche qui il caso di “cronaca politica” dell’utilizzo dell’esercito e delle schedature di massa per controllare i ragazzi che si trovano al Gran Reno è stato messo in parallelo con le manganellate “governative” agli studenti di Pisa solidali con la Palestina, così come al Patto Lepore-Piantedosi che a Bologna ha dato il mandato alla polizia di setacciare i quartieri popolari per allontanare tutto quello che non corrisponda alle pulsioni gentrificatrici del Partito Democratico.
In poche parole, l’utilizzo della repressione e delle forze dell’ordine come unico strumento per la gestione di tutte le questioni politiche, sociali, giovanili, mentre si chiudono tutti gli spazi di aggregazione e si vuole addomesticare i ragazzi affinché diventino soggetti passivi solo utili al consumo.
Federico di USB e Giacomo di ASIA-USB hanno riportato le vertenze del lavoro e del diritto alla casa che, come in tanti altri paesi della città metropolitana bolognese, non hanno risparmiato nemmeno Casalecchio, come l’esternalizzazione un paio di anni fa dei servizi una volta pubblici al “privato sociale” che con un cambio di appalto ha coinvolto 120 lavoratori, e come l’emergenza abitativa è affrontata con sfratti anche in casi di morosità non colpevole senza un’adeguata strategia di uscita, mentre gli interessi affaristici prevalgono sulla soluzione dei problemi abitativi.
Tutti questi, come hanno sottolineato l’introduzione di Giulia Romani e le conclusioni di Marco Odorici, sono fili di una rete che si stringe anche a ciò che sta accadendo a livello internazionale: la guerra e l’invio di armi in Ucraina sotto il comando Euro-atlantico, così come la posizione del nostro Paese che sta passando da spettatore del genocidio in Palestina a parte attiva con l’avvio delle operazioni militari nel Mar Rosso, e quindi “l’economia di guerra” in cui veniamo trascinati: inflazione, prezzi alle stesse, e un rinnovato e sempre maggiore sfruttamento del lavoro. Tutto questo portato avanti in continuità nelle varie di combinazioni di governo che si sono succeduti, da Lega e M5S al PD e oggi a FdI.
Volevamo ringraziare tutte le persone che hanno partecipato all’assemblea ieri, con un saluto particolare a Benito Fusco che ci ha tenuto a portare personalmente il suo sostegno.
Nell’asfissia politica della corsa elettorale, crediamo ci sia bisogno di ricominciare a parlare di politica a partire da questi temi, e per questo continueremo a farlo nei prossimi giorni e settimane insieme a tutte le compagne e i compagni che vogliono costruire una nuova idea di città, una Casalecchio Città Pubblica e Solidale.
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