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Consiglio di quartiere San Donato-San Vitale sulla vertenza Besta/Don Bosco

Alla vigilia del 25 aprile, la maggioranza azzoppa la democrazia, la polizia intimidisce i cittadini

Ieri il Consiglio di San Donato-San Vitale ha mostrato la nuova fase con cui le istituzioni hanno deciso di rapportarsi ai cittadini: con un’idea blindata del concetto di “democrazia” e “dialogo”, e con l’intimidazione poliziesca dei presenti alla seduta.

Dopo tre mesi di attesa, di fronte a un’aula consiliare straripante, il Pd e Coalizione Civica respingono tutte le proposte dell’opposizione per approvarsi in solitaria – con l’opposizione di PAP e SU che escono dall’aula – il proprio ordine del giorno in cui si auspica… “il dialogo”.

Sono stati rigettati tanto l’ordine del giorno originario di Tornatore (Sinistra Unita) quanto gli emendamenti proposti dalla Consigliera di Potere al Popolo, Fortuzzi; per questi ultimi abbiamo dovuto anche vedere Coalizione Civica giustificare un voto contrario ai richiami alla tutela ambientale e della salute pubblica, alla Costituzione italiana antifascista.

PD e CC hanno deciso di usare questo Consiglio per mostrare la loro definizione di “dialogo” blindandosi dietro i loro regolamenti e la loro retorica, chiarendo che tanto in questa sede “non si decide niente“. E a che serve allora?

Per noi di Potere al Popolo rimane una questione di democrazia, che serve anche a entrare nello specifico della questione: ora che è stata ottenuta la sospensione, bisogna arrivare alla fermata definitiva del progetto e tornare al buonsenso, cioè alla proposta di ristrutturazione dell’attuale edificio delle Scuole Besta senza dover andare a distruggere il parco. È una soluzione che un quartiere come San Donato si merita.

E dopo tre ore a sentire parlare di “dialogo”, all’uscita del consiglio la DIGOS ha seguito e fermato due attivisti del Don Bosco che erano presenti alla seduta, per identificarli.

Di fronte alle altre persone che sono accorse per capire quanto stava succedendo, fra cui la consigliera Fortuzzi, gli agenti hanno chiamato altre pattuglie, ostinandosi a ripetere che possono fermare chiunque, quando vogliono, per chiedere i documenti.

Politicamente è molto grave proprio perché accaduto dopo il consiglio, cosa che sembra un atto intimidatorio verso i cittadini che partecipano a un momento di discussione pubblica, come a dire: abbiamo già schedato tutti, se vediamo una persona nuova schederemo anche lei.

Questo è il clima sereno che si respira a Bologna alla vigilia del 25 aprile, ma non ci facciamo intimorire.

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