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Ancora una volta, a Bologna trovare casa è un’odissea: quest’anno si registra un aumento ulteriore dell’ 8.6% sul prezzo degli affitti. Nel frattempo, UniBo ed Er.Go non invertono la tendenza sulle politiche dell’housing universitario, di fatto continuando a non garantire diritto alla casa e dunque allo studio
Se da una parte non si mette mano agli studentati pubblici (quelli che sono rimasti sono pochi e malmessi o comunque non riescono a soddisfare neanche lontanamente la richiesta di posti letto), dall’altra parte Er.Go continua a stringere accordi con giganti dell’housing di lusso, quali Camplus in cui una doppia costa 500 o 600 euro e dove il profitto è totalmente privato.
A questo punto gli studenti, ai quali i cosiddetti “enti per il diritto allo studio” non riescono a garantire il diritto all’abitare, sono costretti a vagare nella giungla del mercato degli affitti, ad alloggiare in case costose e fatiscenti o addirittura a vedersi il contratto non rinnovato per poter fare della stanza un AirBnB.
Questo, ovviamente, in una città in cui le politiche di calmierazione degli affitti sono inesistenti, e in cui il dibattito politico sembra fermarsi a scegliere tra lucrare sugli studenti o lucrare sui turisti.
Ancora una volta ribadiamo che il diritto alla casa è diritto allo studio, ed è inaccettabile che questo venga strutturalmente negato, soprattutto agli studenti delle fasce popolari, rendendo di fatto l’università sempre più inaccessibile ed élitaria.
Per questo saremo sempre in presidio ogni lunedì in zona universitaria, perché il diritto alla casa e allo studio vengano garantiti!
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