Probabilmente il biglietto urbano di TPER aumenterà da 1,5 a 2 euro, secondo l’assessora Li Calzi spinto dall’aumento del costo del lavoro e dalla mancanza di fondi statali. È l’ennesimo capitolo del braccio di ferro tra il ministro Salvini e la “giunta progressista”, e sembra ormai chiaro che anche se la finanziaria di quest’anno dovesse trovare qualche risorsa per il trasporto pubblico locale, l’aumento del costo dei biglietti sarà solo rimandato. Questo perché ci sono alla base scelte sbagliate e dubbi strutturali.
1. La prima scelta sbagliata è proprio cercare di anno in anno le risorse per garantire l’attuale livello di servizio (sempre più sfilacciato) con l’attuale costo per l’utenza, quando quello che si dovrebbe fare è cambiare radicalmente il modello del servizio: l’obiettivo deve essere sostituire il più possibile il traffico di veicoli privati con veicoli pubblici, e per farlo serve andare verso la gratuità del servizio. È una soluzione che Bologna ha già sperimentato in altri tempi. Certo, serve la volontà politica per farlo e la volontà politica di uscire dalle secche dei vincoli di spesa, serve uno sforzo di lungo periodo invece delle polemiche pre finanziaria che possono al massimo rimandare i rincari di un anno.
2. La seconda scelta sbagliata è quella della gestione privatistica di TPER, su cui vale la pena di ricordare il giudizio di Moroder nel 2019, all’epoca in cui era alla guida di Società Reti Mobilità SRL: “Tper offre un servizio di trasporto pubblico a costi troppo elevati, fuori mercato, e senza un effettivo controllo sulla gestione da parte dell’amministrazione committente”. Quella polemica si concluse con le dimissioni di Moroder e l’aumento del biglietto da 1 a 1,5 euro. Nel frattempo è calato il silenzio sulla gestione di TPER e anzi si va verso un’espansione in tutta la Regione.
3. Poniamo un dubbio strutturale: quale sarà l’impatto del tram su questo? Una volta esaurita la fase di costruzione, una volta finito il fondamentale momento di partecipazione pubblica per decidere il colore delle vetture, rimane la domanda inevasa da anni: il tram aumenterà i costi per tutto il TPL di Bologna? L’esperienza dei comuni che hanno adottato questa forma di trasporto punta verso un aumento dei costi. Anche il silenzio lungo anni ci suggerisce che non ci siano buone notizie in arrivo. Qualcuno prima o poi intende dirlo alle/ai bolognesi?
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