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Il consumo di suolo e la coda di paglia del Pd regionale

Il rapporto ISPRA sul consumo di suolo nel 2023, come ad ogni anno, mette in imbarazzo le amministrazioni della nostra regione. Già ieri abbiamo fatto una prima analisi a caldo dei nuovi dati a cui vi rimandiamo (https://shorturl.at/JTuWV): di nuovo la dura realtà dei dati ci racconta di un’Emilia-Romagna ancora ai vertici per consumo di suolo e aumento anno su anno dello stesso.

La reazione della giunta regionale ha dimostrato la coda di paglia del PD in Emilia-Romagna: da una parte hanno provato a correre ai ripari provando a sponsorizzare quelli che secondo loro sarebbero i risultati della legge regionale sull’urbanistica del 2017, dall’altra parte scaricando tutte le responsabilità sul governo nazionale.

E infine, cercando di screditare il rapporto ISPRA, come fanno tutti i negazionisti dei cambiamenti climatici di fronte alle pubblicazioni scientifiche, dicendo che usa una “metodologia di calcolo” diversa, e quindi sbagliata, rispetto a quella della Regione.

Ma oggi ci chiediamo di cosa parli il sindaco di Bologna quando dice che durante il suo mandato si sono fatte “grandi cose” per ridurre il consumo di suolo. Secondo il rapporto ISPRA Bologna è al nono posto per consumo di suolo fra i comuni sopra i centomila abitanti, non proprio un risultato entusiasmante. E i progetti del Comune sullo sviluppo urbanistico sono ulteriori colate di cemento.

Quanto suolo sarà consumato dai cantieri per il Passante di Mezzo, un ecomostro al servizio delle multinazionali della logistica? Quanto il nuovo quartiere che sorgerà al Lazzaretto? E il nuovo Distretto TEK fra la Bolognina e San Donato? Sono questi i rimedi al consumo di suolo secondo Lepore?

Piuttosto, l’unico momento che ha impedito ulteriore consumo di suolo a Bologna è stata la vittoria della lotta popolare al parco Don Bosco!

Le parole della giunta regionale, quelle del sindaco di Bologna, la scelta come nuovo Presidente di De Pascale  – il sindaco della città più cementificata d’Italia – rendono evidente che la direzione politica rimane senza dubbi quella che abbiamo conosciuto negli anni di Bonaccini, nonostante le quattro alluvioni dell’ultimo anno e mezzo.

L’abbiamo detto tante volte anche in campagna elettorale, sulle tematiche ambientali e sulle direttrici dello sviluppo della regione destra e sinistra sono un partito unico che rappresenta gli interessi delle industrie del cemento, delle grandi opere inutili, della logistica.

A partire dalle lotte popolari che si sviluppano nelle nostre città e con un’idea alternativa di sviluppo e di rapporto con l’ambiente dobbiamo continuare a costruire un’alternativa complessiva per difendere i nostri territori e la nostra vita.

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