Il quotidiano Repubblica ha lanciato per il 15 marzo una “manifestazione per l’Europa” a cui possano aderire “progressisti e conservatori”.
Il senso della manifestazione è chiaro a chiunque: dal momento in cui Trump si avvia a chiudere di netto l’avventura in Ucraina (come Biden chiuse freneticamente 20 anni di guerra in Afghanistan), l’Unione Europea secondo i promotori della manifestazione dovrebbe farsi avanti per colmare il vuoto e portare avanti la guerra. E neanche a farlo apposta, Ursula Von Der Leyen lo dichiara apertamente: “Dobbiamo riarmare con urgenza l’Europa!”
Alla manifestazione del 15 marzo, col suo segno chiaramente guerrafondaio, aderisce anche il sindaco di Bologna Lepore. Non è la prima volta che il sindaco della nostra città si cala l’elmetto militare, l’ha fatto molto spesso accompagnandosi ad alcuni degli elementi più fanatici del nazionalismo ucraino, l’ha fatto coi vari atti di censura di guerra che stanno culminando nel tentativo di sfrattare Villa Paradiso.
Lo fa ora perché il processo di integrazione europea per loro val bene una guerra. Una guerra in cui gli europeisti vanno in piazza mentre in trincea ci vanno gli ucraini ormai sempre più trascinati a forza.
Noi rivendichiamo l’opposto: giù le armi, su i salari! Noi rivendichiamo di non volerci piegare ad un’economia di guerra in cui le risorse vengono spese per gli armamenti, dall’Ucraina a Israele, mentre si tagliano servizi pubblici e si abbandona qualunque ipotesi di transizione ecologica.
Oggi le élite dell’Unione Europea parlano di autonomia, di esercito europeo, di distanza da Trump. Intanto attiviamo i rigassificatori per comprare l’energia dagli Stati Uniti e ci culliamo nel sogno di un nucleare la cui materia prima dovremmo comprare… dalla Russia!
La via è uscire dalla NATO e schierare l’Italia come paese che lavora alla cooperazione internazionale con, davvero, il mondo e non solo con la ridotta di UE e NATO!
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