A due anni dall’alluvione di Romagna, Potere al Popolo e Ecoresistenze sono stati sotto la Regione Emilia-Romagna per denunciare politicamente che in due anni non si è messo mano a nulla di strutturale.
La piattaforma presentata ieri da De Pascale è un’operazione di marketing, non di comunicazione, non c’è nessun confronto con le cittadine e i cittadini.
De Pascale rivendica che dalla piattaforma si possano controllare gli avanzamenti dei lavori, ma proprio la piattaforma dice che i lavori messi in campo fin’ora riguardano le situazioni “urgentissime”, cioè ripristinare gli argini distrutti due anni fa, mentre i lavori su nuovi argini e casse d’espansione vengono rimandati sempre al domani, mentre il piano di messa in sicurezza resta un miraggio.
Prosegue invece incessante il consumo di suolo, servirebbe desigillare terreno e invece si cementifica sempre di più, anche per mettere in piedi infrastrutture come il rigassificatore, inquinanti e legate alla logica dell’economia di guerra.
L’immobilità istituzionale di oggi fa rima con l’immobilità di due anni fa, quando la Romagna fu pulita grazie al lavoro incessante di migliaia di volontarie e volontari, mentre l’esercito rimaneva in Sardegna a svolgere esercitazioni di guerra.
In quei giorni, dopo aver organizzati per settimane centinaia di volontari, andammo in Piazza del Popolo a Ravenna (allora sindaco era proprio De Pascale) per contestare il prefetto e alcuni sindaci della zona che invitavano ad andarsene perché “si ostacolava il lavoro dei mezzi pesanti”. Mezzi che nessuno ha mai visto. Mentre non sono mai riusciti a gestire l’emergenza, hanno trovato il tempo di denunciare per quella protesta il portavoce locale di Potere al Popolo Santini e la portavoce nazionale Marta Collot. Il prossimo venerdì 23 si terrà a Ravenna la prima udienza per i decreti penali di condanna che abbiamo impugnato!
A due anni dall’alluvione, è ora di cambiare completamente rotta sulle politiche ambientali e sulla gestione dei fondi per gli alluvionati!
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