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De Pascale difende ancora la speculazione edilizia

La legge urbanistica regionale, la 24/2017, per noi è da cambiare completamente, lo diciamo dalle regionali del 2020 e durante la scorsa campagna elettorale con Federico Serra sfidammo De Pascale a esplicitare come voleva cambiarla.

La risposta arriva oggi, 8 mesi dopo le elezioni, dopo le indagini e richieste di arresti per la giunta di Milano, dopo l’avvio di un’indagine anche a Bologna.

Nell’intervista al Corriere di De Pascale dice poco di cosa cambierà, una “regolamentazione più stringente della logistica”, ma dice molto su cosa non cambierà: ampliamento delle imprese, edilizia residenziale privata e palazzoni.

Nel momento in cui c’è una crisi del settore meccanico, aggravata dalla guerra commerciale, che conta centinaia di crisi industriali formalmente aperte in Regione e in cui non c’è un piano di politica industriale pubblica, De Pascale conferma la possibilità di derogare al 3% di consumo di suolo per l’ampliamento dei terreni di impresa. In questa fase, sembra più un tentativo di tenere a galla i conti con operazioni di valorizzazione immobiliare che non di aumentare la produzione nelle “imprese di qualità”.

De Pascale riconosce che in 10 anni il tentativo di avviare l’housing sociale non ha funzionato. In un territorio in cui affitti e mutui schizzano alle stelle senza nessun intervento pubblico, perché i privati dovrebbero accettare dei tassi di profitto appena appena più bassi con l’housing sociale?

Il tema dovrebbe essere il ritorno deciso a progetti di edilizia pubblica (a partire dall’attuale patrimonio pubblico, che solo a Bologna contra almeno mille appartamenti vuoti) che è l’unico modo di calmierare il mercato per le fasce di reddito basse e “medie”.

Infine, De Pascale rivendica la costruzione dei palazzoni come modo per risolvere la crisi abitativa costruendo in altezza e liberando possibili spazi verdi alla base. Una chiusura totale proprio alle proteste contro decine di progetti già realizzati dalla Bolognina a Piazza Lambrakis e quelli ancora da realizzare come il Bertalia-Lazzaretto.

L’intera regione in questo segue le dinamiche di Bologna: c’è un grande patrimoni pubblico sfitto, un patrimonio privato ancora più grande che resta sfitto o peggio destinato unicamente agli affitti brevi turistici, ma invece di usare questi patrimoni si continua a costruire in altezza.

Per quanto riguarda la promessa di avere più verde, basta andare sotto le nuove torri del Villaggio Due Madonne, dovevano essere “torri nel parco”, ci sono parcheggi e un paio di alberelli.

L’intervista di De Pascale rivela ancora una volta: l’interesse perseguito non è quello di avere case per abitare ma quello di valori immobiliari da gonfiare perché l’intera regione è stata messa in mano alla speculazione e ora si teme l’esplosione della bolla.

Ed è una scelta compiuta nel 2017 dal PD regionale coi suoi alleati, la discussione della 24/2017 segnò anche l’ultimo tentativo di smarcamento dei Verdi che poi si accodarono, e a Bologna con la continuità totale delle giunte Merola e Lepore.

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1 Commento


  • Sergio Binazzi

    si diceva in dialetto a bologna ( lo parlo correttamente ma non lo so scrivere, è difficile ) ” cambia musica ma i suonatori sono sempre quelli “, infatti da merola a lepore, da Bonaccini a de pascale le loro intenzioni e la loro vocazione politica tende sempre e comunque dalla parte del grosso capitale e non dalla parte dei poveri cittadini ai quali gli rimane solo il dover pagare esosissime tasse senza aver nessun riscontro. si pagano tasse solo per guerre e opere faraoniche inutili e così via. ma che paese di merda e questo? ciao compagni.

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