Ieri più di due milioni di persone sono scese in piazza in tutta Italia per lo sciopero generale per la Palestina, convocato con 24 ore di anticipo dopo il blocco della Global Sumud Flotilla e l’arresto illegale degli equipaggi da parte di Israele. A Bologna siamo tornati in corteo a bloccare tangenziale e autostrada, nonostante i violenti tentativi della polizia di impedircelo, inutili di fronte alla spinta di 150.000 persone.
A soli 10 giorni di distanza dall’altra grandissima giornata di sciopero generale del 22 settembre, la forza delle lavoratrici e dei lavoratori, degli studenti e di tutto il movimento di solidarietà con la Palestina è riuscita a riconfermare quella promessa lanciata dal porto di Genova: se bloccano la Flotilla, blocchiamo tutto.
Questo è stato possibile grazie alla determinazione e all’organizzazione portata avanti in questi giorni, con le tendate nelle 100 piazze Gaza, con le mobilitazioni nelle scuole e nelle università, con diverse manifestazioni, con la costruzione dello sciopero nei luoghi di lavoro e nei quartieri.
Ancora, grazie alla volontà e al coraggio dei sindacati di base, a partire da USB, che ha costretto la CGIL ad abbandonare le sue posizioni attendiste e a un pesante mea culpa sulla sua assenza dal 22/9.
Di fronte a mobilitazioni di questa dimensione, il mondo politico dovrebbe solo tacere, e capire che il vento è cambiato. Lo dovrebbe fare il governo, di cui continuiamo a chiedere le dimissioni dopo le dichiarazioni della Meloni, sulla guerra che Salvini ha dichiarato ai sindacati e al diritto di sciopero, a Tajani che dice che il diritto internazionale è importante “ma fino a un certo punto”, al finto sovranismo di Crosetto servo degli USA e di Israele.
Ma dovrebbe tacere anche la giunta comunale e il PD bolognese, che da due anni sulla questione della Palestina hanno una sola posizione coerente: quella dell’opportunismo. Proprio nella giornata di ieri, il sindaco Lepore dalle colonne dei giornali si scagliava contro le “violenze” del giorno prima.
Ma le violenze a cui abbiamo assistito giovedì 2 ottobre sono state quella della polizia, che la mattina ha manganellato studenti medi a volto scoperto e con le mani in alto, spaccando diverse braccia, e che la sera ha replicato con un fitto lancio di lacrimogeni ad altezza uomo contro un corteo popolare e pacifico, colpendo al volto una ragazza, che al momento rischia di perdere un occhio.
Per questo Lepore dovrebbe chiedere scusa e tacere, perché la violenza a Bologna è stata in una gestione dell’ordine pubblico devastante, che non si è vista in nessuna altra città italiana mentre enormi cortei pacifici occupavano stazioni, strade, porti e aeroporti.
Allo stesso momento, il PD aveva anche il coraggio di scendere in piazza con uno dei volti più odiosi per la questione palestinese, quello dell’ex sindaco Merola, uno dei primi firmatari del vergognoso documento della “sinistra per Israele”, che negli ultimi due anni è stato uno delle armi principali per delegittimare il popolo e la resistenza palestinese e le mobilitazioni di solidarietà qua in Italia.
Quando le grandi piazze parlano, i piccoli politici devono tacere e ascoltare. Lo ribadiremo anche alla manifestazione nazionale di oggi 4 ottobre a Roma, e continueremo anche nei prossimi giorni. Perché questo non è che l’inizio. Con la Palestina fino alla vittoria!
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