Oggi vogliamo denunciare un caso di censura e diffamazione che restituisce il senso dell’ingiustizia e della gravità che la complicità con Israele può comportare. La storia che vi racconteremo ha come teatro l’ateneo più antico dell’Occidente, l’Università di Bologna, che porta avanti collaborazioni con istituzioni ed enti israeliani, nonostante gli appelli e le mozioni di studenti e lavoratori dell’Ateneo.
Finora i proclami e le dichiarazioni della governance sono rimasti sulla carta e non si sono tradotti in pratica nell’interruzione degli accordi (al massimo, si limitano a non rinnovare quelli che giungono a scadenza). Ma oltre a mantenere in vita le collaborazioni con i partner israeliani, UNIBO aggiunge un altro tassello alla complcità col sionismo di Israele: negli ultimi tempi ha adottato una modalità con la quale asseconda le intemperanze e le pretese di un gruppo di studenti israeliani che frequentano l’Ateneo presso il DIMEVET di Ozzano dell’Emilia (Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie), dove sono quasi una trentina.
Avviene infatti che questi studenti, che non rappresentano comunque la totalità degli studenti israeliani in UNIBO, abbiano scelto come target delle loro azioni diffamatorie un ricercatore, la cui unica “colpa” sarebbe quella di indossare una kefiah. La loro intolleranza nei confronti di tale indumento è così forte da portarli a chiedere al Dipartimento di vietarne l’uso.
Dopo aver diffuso voci diffamanti all’interno del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie un gruppo di studentesse israeliane, non paghe, lo ha segnalato all’Amministrazione di UNIBO ed al Rettore con accuse diffamanti, che hanno portato ad un procedimento disciplinare di censura nei suoi confronti per un post critico contro Israele pubblicato sulla sua pagina personale di Facebook, solo perché dal suo profilo si evinceva che era affiliato all’Università di Bologna.
Il messaggio via e-mail è partito da una studentessa che risulta far parte dell’IDF (Israel Defense Forces), l’esercito israeliano autore del genocidio in corso a Gaza, e sembra che non sia l’unica di loro a militare in quel corpo.
Beh, UNIBO ha dato ragione alle studentesse israeliane sanzionando il docente con una censura scritta che gli blocca temporaneamente la carriera: è un ricercatore in tenure track (RTT), lo step che precede immediatamente l’assunzione come professore associato.
L’attività che questi studenti hanno messo in campo prendendo di mira questo lavoratore dell’Ateneo con una strategia di matrice sionista, che secondo un format oramai noto combina vittimismo, diffamazione e pressione alle massime cariche del Dipartimento e dell’Ateneo, rappresenta un segnale molto pericoloso nel mondo accademico ed un precedente che rischia di essere replicato altrove, proprio perché la governance lo ha assecondato.
Nell’assistere il suo iscritto, USB ha portato in difesa del lavoratore tutta una serie di elementi (dettagli nell’allegato al comunicato) che fornivano un quadro chiaro della situazione, ma la Commissione disciplinare ed il Rettore hanno preferito “non vedere” e confermare una sanzione che risuona come profondamente ingiusta, che salta a piè pari la tutela dei diritti del lavoratore.
Qualcuno pensava che il pericolo sionista potesse arrivare solo dagli accordi in ambito ricerca con potenziale dual use, mentre questa storia ci insegna come le insidie possano nascondersi anche in un semplice accordo di moblità con studenti israeliani.
Già, perché quello che è emerso è che diversi studenti combattono nell’IDF, l’esercito genocida di Israele e fanno addirittura la spola fra le aule di UNIBO e le operazioni militari in Palestina ed in Medio Oriente, dove vengono chiamati come riservisti.
Il colmo è che UNIBO, senza battere ciglio, conceda loro la possibilità di effettuare esami fuori dagli appelli ordinari, mentre nega tale possibilità ad altri studenti che sono invalidi o in condizioni svantaggiate, che hanno motivazioni più giustificabili di un genocidio. Non smetteremo di ribadire che occorre rompere ogni complicità col sionismo di Israele.
Da parte nostra, lavoratori e studenti di UNIBO, rinnoviamo l’mpegno a mobilitarci per sensibilizzare la comunità accademica e per ripristinare un clima di giustizia e tutela per tutti in Ateneo. E insieme a ELSC – European Legal Support Center, con cui difendiamo il ricercatore, chiediamo che la comunità accademica si stringa in solidarietà attorno al ricercatore e respinga con determinazione gli attacchi sionisti in Ateneo e qualsiasi complicità e censura della libertà accademica.
“FUORI IL SIONISMO DALL’UNIVERSITÀ! STOP ALLA COMPLICITÀ CON ISRAELE!”
USB Emilia Romagna e Cambiare Rotta Bologna
USB UNIVERSITÀ E CAMBIARE ROTTA ADERISCONO ALLA CAMPAGNA NAZIONALE
“LA CONOSCENZA NON MARCIA”, contro la militarizzazione e l’israelizzazione dell’istruzione
5 QUESITI PER LA GOVERNANCE DI UNIBO
Chiediamo alla governance dell’Ateneo di risponderci sui seguenti punti:
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La governance di UNIBO sa che fra i banchi delle aule della nostra Università fra gli studenti siedono anche soldati dell’IDF, l’esercito israeliano artefice del genocidio in atto a Gaza? Cosa si intende fare nei loro confronti? Espellerli dalla nostra Università o continuare ad accoglierli nelle aule di UNIBO?
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Risponde al vero che alcuni studenti israeliani godono di un trattamento speciale con possibilità di svolgere esami fuori dagli appelli ordinari? In che modalità? Online oppure con appelli straordinari predisposti per loro al rientro dalle missioni militari?
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Una volta appurato che sono soldati, intendete procedere con una denuncia per chiedere alla Procura ed alle forze dell’ordine di investigare su eventuali crimini di guerra che possono aver commesso durante le loro missioni militari per le quali sono convocati, considerata la conferma ufficiale dell’ONU rispetto al genocidio in atto? I dati di cui è in possesso l’Ateneo sono fondamentali per ricostruire i loro spostamenti e fornire informazioni utili a chi indagherà e di certo davanti a orrendi crimini di guerra, non c’è diritto alla privacy che tenga!
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Quali forme di tutela per il lavoratore si intende adottare per proteggerlo e tutelarlo nell’esercizio del suo lavoro in Ateneo, a fronte dei rischi ai quali è sottoposto a seguito di questa vicenda che la governance ha contribuito ad alimentare col suo assordante silenzio e la sua ingiustificabile inerzia?
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Quali accordi e collaborazioni con i partner israeliani la governance ha deciso di interrompere in UNIBO?
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Maria Grazia Bove
credo bisognerebbe portare questa vergognosa vicenda all’attenzione del grande pubblico, affinché la “pressione mediatica” controbilanci i tentativi di diffamazione dei nazi-sionisti.
è peraltro molto triste vedere un ateneo di così chiara fama unirsi al nutrito coro di quanti, per biechi interessi , difendono l’indifendibile!!
P.Paolo
studenti e studentesse IDF (Israeli Destroyment Forces)? vadano in Nazisraele e non rompano i coglioni in Italia, please. e presto, anche
Valentina Sacchi
Ma davvero la più antica università occidentale è caduta talmente in basso da perseguitare un ricercatore secondo le indicazioni di un gruppo di criminali di guerra ???
Giuseppe
Tutti gli studenti/soldati dell’IDF siano espulsi dall’Università di Bologna. Le Università ridivengano culle del confronto civile tra visioni diverse del mondo, non tane per nascondere criminali di guerra.
Ics Mir
Vorrei soffermarmi su una riflessione che da tempo mi tormenta, il sionismo in Italia, dove nasce nel ’48 il partito degli ultra destra israliani, si chiama likud, che significa “ufficio”, d’altra parte, non avendo un Paese, essendo terroristi, gli ospitiamo e tolleriamo anche perché sovvenzionano le fragili destre, e di terrorismo che fomentano e fanno ancora comodo per la narrazione del potere reazionario, oggi più che mai.
Dunque, è tempo di riconoscerli pubblicamente, metterli fuorilegge, pene severe come quelle per la mafia.
E l’occidente potrebbe persino guarire da tutte le ingiurie contro la Democrazia, che il sionismo, i privilegiati, scelti dal loro dio, sistematicamente attaccano e pagano per attaccare.
Questi esaltati ultra invasati, abbiamo capito di che pasta sono fatti? La pericolosità estrema che rappresentano per noi tutti, o no?
Chiedo per capire il livello di consapevolezza di fronte ai fatti e crimini commessi e per le conseguenze prossime future.
Grazie
Manuel
sto leggendo tutti i commenti,non siete degni di stare al confronto dei soldati del idf? perché vi danno fastidio? solo perché siete dei arroganti ed ignoranti persone,svegliatevi il mondo e grande ed non e cerio in una università,dove si studia e si impara,ed in coscienza non dovreste neanche trovare tematiche per non studiare! studiate sedete al tavolo dei grandi e poi potrete dire la vostra per ora siete dei studenti nulla di più!!! e non dovete dare in pasto ai giornali le vostre difficoltà a stare al passo di studenti stranieri! non avete specificato se c’è un mussulmano in classe solo ebrei? mi sa che sia ora di finirla con le baggianate e mettetevi a studiare e non sprecare soldi di visto padre o madre!
Stefano
gli israeliani sono i parassiti del ,mondo e quando si infilano in un popolo lo divorano lentamente
@lacuevadelche
Hasta la Victoria Siempre Palestina…
Alessandro
fuori la politica da scuole ed università avete rotto di inculcare negli studenti idee politiche di proprio interesse per 30 anni avete inserito nelle scuole e ateneii professori di sicura idee di sx …basta i fascisti sono morti i comunisti nuovo… andate avanti…basta sempre le solite storie piu vecchie di mio nonno andate avanti …….