Menu

Roma. I ricercatori dell’Ispra occupato in scena al Pantheon

I ricercatori e il personale tutto che sta occupando dal 22 maggio u.s. l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) tornano a chiedere alle Istituzioni di prendere iniziativa contro le politiche del ministro Gian Luca Galletti, secondo loro più adatto ad essere membro del governo Trump che titolare del dicastero preposto all’Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare italiano.

Oggi pomeriggio 5 giugno dalle ore 16.00, in Piazza della Rotonda a Roma, con lo sfondo del Pantheon, davanti all’albergo del sole e vicino al tempio di Nettuno, viene riproposta la messa in scena di due famosi “corti”, realizzati dagli stessi ricercatori: “Non sparate alla Ricerca (ambientale)” e ”La Ricerca pubblica solleva lo Stato”. La trama è chiara: lo Stato sopprime la Ricerca Pubblica Nazionale, in questo caso un Ente terzo e indipendente a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, negando risorse economiche e continuando a far finta di non sapere che gli investimenti nella Ricerca Pubblica hanno un ritorno positivo in termini di sviluppo e di benessere dei cittadini, al contrario di quella privata che si limita nel migliore dei casi alla commercializzazione di brevetti, o peggio, all’ideazione di armi sempre più micidiali.

Il ministro Galletti evidentemente preferisce la società privata Sogesid, a cui devolve ingenti finanziamenti, rispetto al lavoro che l’ISPRA svolge al servizio della collettività, senza sconti per le lobbies come quelle della cementificazione”. – Dichiara Nicola Lugeri di USB Ricerca – “L’Istituto, ridotto al collasso, costringe i suoi 1200 dipendenti a lavorare con il freno a mano tirato; mancano i fondi anche per l’acquisto dei reagenti e per la manutenzione degli strumenti scientifici dei nostri laboratori, figuriamoci per andare in missione in casi di emergenza, come egregiamente hanno fatto i nostri esperti nel caso degli eventi sismici dell’Appennino Centrale, in cui, tra l’altro, valutavano l’idoneità dei siti in cui dovevano sorgere le tendopoli. Inutile dire che, nell’immediato, il prezzo più alto lo pagano i nostri 93 colleghi precari, tutti aventi i requisiti della stabilizzazione Madia, che dopo tanti anni di lavoro potrebbero essere costretti a rivolgersi all’estero, dove sanno apprezzare i nostri ‘cervelli in fuga’. E pensare che il Parlamento ha approvato solo un anno fa la Legge 132/2016 che attribuisce nuove strategiche competenze all’ISPRA, che con le Agenzie Regionali e Provinciali costituisce il Sistema Nazionale a rete per la Protezione e la Ricerca Ambientale, una lettera morta, se lasciato senza adeguati fondi. Noi non sospenderemo la nostra occupazione e continueremo a mettere in atto iniziative come quella di oggi sino al rilancio delle attività di Ricerca e Controllo del nostro Istituto, che passa per la restituzione dei 13 milioni che sono stati tagliati al contributo ordinario nel corso degli anni, la valorizzazione professionale del personale e la stabilizzazione dei precari.” Conclude il sindacalista.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *