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Roma. L’ipocrisia della Torre della legalità a “Torbella”. Famiglie senza acqua ai tempi del coronavirus

In questi giorni siamo tutti presi da un senso di inadeguatezza rispetto al nuovo ospite che alberga nei nostri corpi. Ci disinfettiamo, sanifichiamo casa, manteniamo le distanze, usiamo le mascherine.

Ma siamo sicuri che tutti possano lavarsi, igienizzare casa e lavare i vestiti?

A Tor Bella Monaca, esiste una Torre definita della LEGALITA’, nella quale si sta consumando il paradosso del nostro paese. Infatti, da ottobre 2019 in quella Torre e in altre accanto gli abitanti sono senza acqua.

Vogliamo entrare nel merito della vicenda? Facciamolo!

Quei residenti hanno compiuto un atto che di fronte all’opinione pubblica e a quella dei legalitari risulterà certamente di una gravità assoluta, più di una mega evasione fiscale ai danni degli interessi generali: hanno allacciato i contatori dell’acqua in modo abusivo.

A questo punto, però, spieghiamo perché è accaduto questo ed inseriamo nel racconto il decreto RenziLupi del 2014.

Cosa prevede questo decreto? In modo molto esplicativo, dice che chiunque non abbia un titolo rispetto all’alloggio che abita, non può avere utenze allacciate.

Ecco qui il paradosso. Infatti, secondo il decreto se non si ha un contratto di affitto non si può avere luce, gas e acqua e quindi, si dovrebbe restare al buio, al freddo, assetati e sporchi!

Può accadere, allora, che chi vive in una casa popolare non abbia il contratto perché Comune e Ater sono in ritardo di decenni nel lavorare le pratiche.

Ovviamente non per colpa di chi ci lavora, ma perché i tagli alla pubblica amministrazione hanno ridotto il personale e quindi, le carenze ricadono come in questo caso su cittadini che hanno bisogno della più importante erogazione di un servizio e cioè l’acqua, che senza contratto di affitto non possono avere.

Può accadere anche che, per problemi economici, non sia stata pagata la bolletta e quindi si è tolta l’erogazione del servizio senza lasciare il deflusso minimo vitale e pur pagando il debito, non avendo contratto, non riallacciano l’utenza.

Insomma, immaginate tutto quello che potrebbe accadere a chiunque sia in difficoltà economica e non per questo debba essere additato come ladro.

Ma visto che il nostro è un paese strano, nonostante che Acea, Ater e Comune di Roma siano al corrente della situazione e la situazione sia ad oggi irrisolta, come ASIA-USB abbiamo presentato un esposto ai carabinieri per chiedere, alla Sindaca di Roma, ad Acea ed Ater, vista anche l’emergenza sanitaria causata dal diffondersi rapido del virus COVID-19, di risolvere la situazione, causata dall’indifferenza verso la povertà e da una legge sbagliata.

Insomma, abbiamo dovuto evidenziare le responsabilità del decreto Renzi-Lupi. Una legge che provoca illegalità! Ma anche un altro paradosso: la Sindaca Raggi dovrebbe tutelare la condizione di salute della popolazione del suo territorio e non violarla con gli odiosi distacchi delle utenze, operati dalla sua Azienda

comunale, di un bene primario come quello dell’acqua. Questo solo per alimentare, offrendo sponda all’Ater di Roma, turpi campagne tese a criminalizzare la povertà e a giustificare lo stato di abbandono delle case popolari e delle periferie romane.

E chi è che sta dimostrando quanto le leggi a volte siano più dannose del danno in se? Il coronavirus! Un’epidemia ci sta ricordando come l’acqua e la salute siano beni fondamentali e non monetizzabili.

Magari quando si tornerà alla normalità, quando il coronavirus sarà uno dei tanti altri ospiti che albergheranno nei nostri corpi con più tranquillità, si potrà ragionare su come eliminare altri virus che le contorte menti umane producono e che ahimè, sotto il nome di leggi come Renzi-Lupi, a volte sono più dannose della malattia stessa.

Ma la domanda finale è: se in quella Torre ci fosse una quarantena, quanto costerebbe in termini di civiltà e umanità, oltreché ovviamente di salute, la mancata fornitura di un bene fondamentale come l’acqua.

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