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“Roma in piazza” per la giustizia sociale

Sindemia: l’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di due o più malattie trasmissibili e non trasmissibili, caratterizzata da pesanti ripercussioni, in particolare sulle fasce di popolazione svantaggiata”.

Time to lock? Time for social block! GIUSTIZIA SOCIALE, ORA!

Da fine settembre si susseguono a Roma manifestazioni, assemblee, iniziative cittadine e territoriali.

Da diverse settimane un tessuto sociale largo, eterogeneo, meticcio si sta confrontando sulla fase che ci troviamo a vivere. Da settimane discutiamo di salute ma anche di scelte economiche, crisi ambientale, disparità di genere, diritto all’abitare, meccanismi mutualistici e sport popolare, di nuovo welfare, di lavoro, precarietà e sfruttamento.

Ma lo scenario politico e sociale davanti ai nostri occhi è desolante.

Mentre scriviamo contiamo in Italia migliaia di morti alla settimana a causa del Covid, mai così tanti dall’inizio della crisi sanitaria, mentre qualcuno si affretta a dire che il peggio è passato.

Abbiamo provato a comprendere l’attuale “pandemia” provando a parlare di “sindemia”, ovvero di una crisi sanitaria che è anche economica, ambientale e sociale. Una crisi circolare iniziata ben prima dell’arrivo del Covid e alla quale vorremmo trovare cura. E questo è stato ribadito nell’ultima assemblea fatta al Tufello: abbiamo necessità di immaginare un altro sistema per il futuro per poter costruire uno nuovo mondo già da oggi.

Siamo scesi in piazza a migliaia nelle strade di Roma come in altre grande città italiane con parole d’ordine come patrimoniale, reddito, diritto alla cura, diritto ad una casa; ma il malgoverno continua a porci di fronte al ricatto tra cura e diritti, tra la scelta terribile tra morire di Covid o di precarietà e povertà.

Inoltre, qui a Roma, abbiamo subito una dolorosa ferita rappresentata dallo sgombero del Cinema Palazzo. La determinazione, l’unità e la rabbia dimostrata in strada ci ha fatto stringere un patto: non permetteremo che questo accada di nuovo. Non permetteremo che il Cinema palazzo rimanga un ennesimo spazio vuoto.

Lo scenario di fronte a tutte e tutti noi è chiaro: appena cesseranno le minime misure emergenziali di tutela (bonus e il blocco dei licenziamenti) una crisi ancora più profonda scoppierà e il prezzo sarà tutto a carico della classe lavoratrice e dei ceti popolari.

In queste ore una timida ed insufficiente proposta di patrimoniale, con il merito di aprire una discussione sulla redistribuzione delle ricchezze, ha registrato un muro vergognoso di ostilità bipartisan; una proposta di legge, che prevede una tassazione dello 0,2% sui grandi patrimoni e che riguarderebbe il 10% della popolazione italiana, è stata attaccata come un esproprio al ceto medio impoverito come se fosse cosa comune avere profitti per oltre 500.000 euro all’anno.

Tutto ciò mentre si apprestano a votare una legge di bilancio che ancora una volta taglia la spesa sulla sanità pubblica a vantaggio dei privati, taglia gli investimenti sulla scuola e sull’università, aumenta le spese militari.

Per questo abbiamo immaginato che nelle prossime settimane ci sarà bisogno di un impegno diffuso nei territori e che abbia dei momenti di convergenza cittadina. Per questo proponiamo a tutti/e:

-il 9 dicembre, ore 11:00, manifestazione sotto la sede di Acea a Piramide per chiedere conto di distacchi, aumenti delle tariffe e diritti negati nell’accesso a risorse fondamentali come l’acqua;

-il 12 dicembre manifestazione sotto alla Regione Lazio e, da lì, andare verso l’occupazione abitativa di via del Caravaggio;

-il 16 dicembre un appuntamento di discussione e dibattito pubblico, una palestra cognitiva: il tentativo di costruire una Panacea contro la sindemia;

-infine, il 18 dicembre, abbiamo deciso di essere in piazza mentre voteranno una legge di bilancio ingiusta e iniqua, insufficiente per far fronte con dignità alla crisi in corso.

Vogliamo essere in piazza per dire ancora una volta che vogliamo la legge patrimoniale, un reddito universale, una “webtax” sui giganti del web, il blocco di sfratti e sgomberi. Vogliamo investimenti più cospicui per la sanità pubblica, per la scuola e l’università. Attuare immediatamente un processo urgente di riconversione climatica del paese.

Il 18 dicembre 2020 chiediamo a tutte e tutti di mobilitarci; a Roma andremo sotto il Parlamento per presidiare dal basso i lavori parlamentari.

Chiediamo a tutte le città italiane di assumere la mobilitazione e di trasformarla in una data nazionale di agitazione studentesca, sindacale, sociale.

Time to lock? Time for social block! GIUSTIZIA SOCIALE, ORA!

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