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Roma. E’ ora che si parli dei bisogni della città; giovedi assemblea in Campidoglio

Ad un tiro di schioppo dalle elezioni che dovrebbero decidere il nuovo governo di Roma (crisi di governo nazionale permettendo), la totale arroganza e sciatteria con cui la Raggi e buona parte della sua giunta affrontano i problemi che affliggono questa città, continua a scaldare gli animi anziché i cuori.

A qualsiasi richiesta, la Sindaca e i pochi assessori sopravvissuti agli innumerevoli rimpasti, fanno come sempre spallucce, proclamando di essere al lavoro giorno e notte e di stare facendo tutto il possibile per questa città. Un modo quantomeno curioso di vedere le cose.

Giusto per rimanere sulla strettissima attualità, basti pensare che il Comune sostiene di aver fatto il massimo per l’emergenza freddo, garantendo 1.200 posti letto per persone senza fissa dimora a fronte delle circa 8.000 contate dalla Caritas che potrebbero, tra l’altro, benissimo essere ospitate nei ben 3.700 appartamenti a uso turistico VUOTI nella sola area di piazza Vittorio ma che il Comune si è rifiutato di regolamentare.

Oppure, potrebbe aprire almeno quei centri di accoglienza, di certo orribili, che invece vengono tenuti occupati per gestire sgomberi inutili e costosi come quello di Cardinal Capranica. 

E che dire del fatto che, nel bel mezzo di una crisi sanitaria ed economica gravissima, in cui il mantra è ‘Restate a Casa’, l’assessorato e il Dipartimento delle politiche abitative siano riusciti ad assegnare ZERO case popolari in sei mesi a fronte di oltre 13mila domande, e a cassare oltre il 70 per cento delle richieste per buoni affitto per motivi banalmente procedurali? 

Che dire del fatto che sempre lo stesso assessorato non riesca ad accendere i termosifoni e/o a garantire le forniture d’acqua a interi quartieri in pieno inverno e nel ben mezzo di una crisi pandemica, legittimando peraltro le operazioni elettorali della destra in quadranti della città completamente abbandonati a sé stessi? 

Che dire di una Sindaca che un giorno ringrazia le forze dell’ordine per aver ripristinato la legalità sgomberando il Cinema Palazzo a San Lorenzo, e che poche settimane dopo, nella stessa San Lorenzo, come se niente fosse dice di essere al lavoro per acquisire l’immobile e adibirlo ‘a uso sociale’ (ovvero esattamente l’uso che se ne faceva prima dello sgombero)?

Nè le cose vanno meglio dall’altra parte della barricata elettorale. Ammesso e non concesso che il destino cittadino sarà diverso da quello elettorale, il M5S non si è rivelato diverso dal PD e non ha mosso un dito per rimuovere la condizione creata dall’ormai famigerato art. 5 della Legge Renzi-Lupi che, privando della residenza chi vive negli spazi occupati, condanna persino i bambini a restare senza una regolare assistenza medica in piena pandemia.

In questo mare magnum di assurdità e inadempienze, alcuni guizzi nella giusta direzione ogni tanto emergono. Tra questi, la delibera che prevede la valorizzazione di cinque immobili pubblici per coabitazione sociale.

Questo è un passo nella giusta direzione che bisogna tuttavia percorrere con la necessaria convinzione e senso di responsabilità nei confronti della città e dei suoi bisogni, senza aggrapparsi al vuoto feticcio della legalità e senza cercare di dare un colpo al cerchio delle esigenze dei quartieri popolari e uno alla botte dei consensi politici garantiti dalla rendita.

E tanto meno simili progetti devono, ancora una volta, divenire oggetto di un mero assalto alla diligenza da parte dei costruttori che, come nota addirittura il Corriere della Sera, hanno già fiutato l’affare del nuovo trend della Rigenerazione Immobiliare dopo aver speculato su interi quadranti di questa città.

Le persistenti ‘emergenze’ attuali (dagli sgomberi al fatto che, come ogni anno, è arrivato l’inverno) non possono essere scuse per non attuare politiche strutturali e demandare al Terzo Settore o, ancor peggio, al “mutualismo volontario”, la soluzione sussidiaria di problemi di cui l’amministrazione dovrebbe farsi carico. 

In definitiva non possiamo permettere che la campagna elettorale, e le manovre già in atto per spartirsi la torta delle risorse per il Giubileo 2025, diventino l’ennesima occasione per svendere questa Città agli interessi della rendita e dei capitali privati, che non solo non hanno alcun interesse a risolvere povertà, precarietà e disuguaglianze ma che ci lucrano mettendole a profitto.

Roma non si merita questo livello di arroganza, noncuranza e rapacità. Così come non si merita una campagna elettorale concentrata solo sulle candidature e sulle alchimie partitiche anziché sui temi che dovrebbero essere all’ordine del giorno.

Per noi il Campidoglio non è terra di conquista dei personalismi e dei bilancini della politica, ma la Piazza di chi abita Roma e vuole discutere del futuro e della visione di questa città.

Andremo a dirlo sotto quelle finestre *giovedì 4 febbraio, dalle ore 16:00*, nella stessa giornata in cui si svolge in Consiglio Comunale: Dei bisogni di Roma, è ora che se ne parli!

Leggi anche: Un’altra Roma c’è, e parte da piazza Vittorio

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1 Commento


  • Alfredo Ciano

    Basta con la Raggi???

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