È stata un’altra giornata di lotta, quella andata in scena sabato 27 marzo nella Valle Galeria, periferia occidentale di Roma.
Il Comitato Valle Galeria Libera ha infatti chiamato a raccolta una rappresentanza dei cittadini che abitano la zona nell’ormai famoso presidio di via Malnome, a un passo dal sito di Monte Carnevale indicato dal Comune come discarica di RSU e autorizzato dalla Regione a discarica di fanghi e inerti, a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla famigerata Malagrotta.
L’opposizione alla nuova discarica pianificata dall’apparato politico-imprenditoriale della città, denominata appunto Malagrotta 2, aveva segnato due settimane fa un punto importante per le ragioni dei cittadini.
Infatti, a metà marzo erano scattati gli arresti per Flaminia Tosini, Direzione Politiche Ambientali del Ciclo dei Rifiuti della Regione e Vicesindaca del Pd al comune di Vetralla (VT), e per Valter Lozza – “il nuovo re della monnezza romana” secondo Il Fatto – boss della Mad srl e di altre due discariche, quella di Roccasecca (una delle più grandi d’Europa che guarda caso ha annunciato la “saturazione” da qui a una settimana, preannunciando una bomba pronta a esplodere per la città) e di Civitavecchia.
Le accuse sono di concussione e corruzione, con centinaia di pagine di intercettazioni dove si ascolta la dirigente assicurare protezione politica e favori amministrativi all’imprenditore in cambio di regali come borse e orologi firmati.
Fin dove arriverà e quali argini esonderà l’inchiesta in corso sarà solo il tempo e dirlo. Allo stato attuale infatti dall’ordinanza di custodia cautelare risultano estranei altri due protagonisti dell’accordo fra Regione e Roma Capitale, l’assessore Pd ai rifiuti Massimiliano Valeriani e il capogruppo capitolino del Movimento 5 Stelle Giuliano Pacetti.
Nel frattempo, in Valle comunque si torna giustamente in strada per sottolineare quelle ragioni che da anni a questa parte stanno muovendo la cittadinanza a far sentire la propria voce.
Un recente sondaggio apparso sulla pagina Facebook del Comitato segnala una serie di possibili provvedimenti urgenti da attivare, come il riesame del piano regionale, la revoca della delibera del Comune che indica Monte Carnevale come sito per la discarica, l’archiviazione da parte della Regione del procedimento per l’Aia della discarica di rifiuti urbani di via Malnome e la revoca immediata dell’incarico a Flaminia Tosini.
Tutte ragioni che per essere riconosciute fino in fondo, fino allo stop definito di Malagrotta 2, avranno bisogno di tutta la spinta possibile di una comunità che ha già dimostrato di avere la forza per organizzarsi in migliaia (come nel gennaio 2019) e far sentire la propria voce.
Di seguito, foto e video dal presidio di sabato.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa