Ieri mattina il Comitato Popolare Sanità Pubblica ed insieme a cittadini di diversi quartieri, si è recato dinanzi gli uffici della Direzione Generale dell’ASL RM2, una delle ASL più popolose e che copre un territorio vastissimo, periferico e colmo di soggetti anziani, fragili ed esposti ai maggiori rischi.
In loco gli attivisti sono riusciti ad ottenere un incontro con il Direttore Sanitario del IV distretto dell’ASL Roma 2 e il Responsabile della Logistica della stessa ASL.
“A questi abbiamo posto le nostre domande e le criticità riscontrate in questi mesi di attività: carenza di personale e strutture adeguate per le somministrazioni a causa del profondo indebolimento del servizio sanitario territoriale di prossimità, inefficienza del servizio di call center e prenotazione online della somministrazione vaccinale, totale assenza di un piano vaccinale domiciliare per i non deambulanti. Il risultato consta di centinaia di anziani e fragili abbandonati al loro destino e posti ogni giorno a rischio di contagio e di conseguenze gravi, oltre ad un tessuto socio-sanitario completamente disintegrato”, dichiarano gli attivisti del comitato.
Le risposte dei responsabili locali sono state vacue quando non preoccupanti: confermata la carenza di personale e strutture, rimpallando le responsabilità del piano vaccinale e delle scelte economiche e politiche sugli organi regionali, ciò che maggiormente ci ha messo in allerta è il numero dichiarato di vaccinazioni domiciliari giornaliere previste. 18.
La ASL RM2 può garantire 18 somministrazioni vaccinali al giorno attraverso 3 autovetture a ciò preposte. Numeri, questi, non certo degni di un territorio così vasto e di una campagna vaccinale di massa durante una pandemia.
“Con l’incontro siamo riusciti a risolvere i problemi delle segnalazioni che ci sono arrivate in questi mesi. Questa è una vittoria. Quando le persone si organizzano ottengono risultati. Ma sappiamo che la vera soluzione per incrementare la campagna vaccinale e l’efficienza del servizio sono assunzioni ed investimenti nella sanità pubblica”, dichiara Elisabetta Canitano, medico del comitato.
“Come Comitato, pertanto, continueremo a portare avanti la nostra attività che, sicuramente, vorrà essere di supporto alle categorie maggiormente in difficoltà, ma non per sostituirsi all’istituzione pubblica e al personale preposto bensì per far pressioni e avviare una battaglia comune. Perché la tutela dei più fragili, gli investimenti nella sanità pubblica e la salute collettiva sono interesse di tutti, e la nostra lotta proseguirà!”
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