Giovedi 24 settembre alle ore 17.30 in piazza Oderico da Pordenone, sotto la regione si terrà un’assemblea pubblica.
A seguito dell’’importante momento vissuto intorno alla soluzione alloggiativa trovata per i nuclei occupanti lo stabile di viale del Caravaggio, avevamo concesso il beneficio del dubbio all’intensa attività svolta da Prefettura, assessorati regionali, comunali e municipali, auspicando un cambio di passo nella gestione della crisi abitativa che attanaglia la città.
Evidentemente, la priorità era semplicemente restituire alla famiglia Armellini il bene ‘sottratto’ e sbarazzarsi della questione risarcimento visto che, a dispetto degli impegni presi, non abbiamo più avuto notizie dai soggetti istituzionali sopra citati.
L’aria che tira non è però delle più salutari, tenuto conto degli oltre 4.500 provvedimenti esecutivi di sfratto presentati in meno di un anno, la fine dei (parziali) blocchi degli sfratti, lo stillicidio dei pignoramenti, la continua – e insostenibile per molti – politica di dismissione degli alloggi da parte degli enti previdenziali e assicurativi (Inps, Enpam, Enpaia, Ex-Sara, ecc.), le difficoltà di chi si barcamena a malapena a pagare un affitto e non ha certo risolto i propri problemi con i bonus regionali e comunali erogati nella prima parte dell’emergenza Covid.
Pertanto, sarebbe utile capire cosa intende fare la Regione Lazio a tal proposito, essendo peraltro l’unico ente non in fase di dismissione causa avvicendamenti elettorali, e fatto comunque salvo il fatto che le (in)azioni dell’amministrazione comunale in questo quinquennio ci hanno lasciat* tutt’altro che impressionat*.
Osservando gli impegni elettorali delle varie forze politiche, non ci sembra che si stiano prendendo impegni per archiviare la stagione di sfratti e sgomberi senza soluzioni, né che vi sia un ripensamento radicale del ruolo pubblico rispetto alle politiche abitative all’edilizia residenziale pubblica e alla gestione del patrimonio. Nella migliore delle ipotesi si parla di subappaltare la gestione della cosiddetta emergenza abitativa a soggetti terzi (come le tanto favoleggiate agenzie per l’abitare) e ci si riempie la bocca di social e co-housing; nel peggiore dei casi, sono le retoriche di decoro/degrado e legalità mascherate da rigenerazione urbana a fare bella mostra di sé. E tutto ciò sebbene, ad esempio, l’idea che tutto possa essere regolato da un’agenzia è un vecchio sogno naufragato più volte: eppure, viene di nuovo reiterata come panacea e strumento di coagulazione del consenso.
Possiamo pensare che la questione casa in questa città meriti più attenzione e proposte più serie? O il manovratore non va disturbato?
Per questo vogliamo rappresentare il nostro punto di vista dentro la campagna elettorale a partire dalla sede della Giunta Regionale.
Vogliamo capire come si prosegue dopo il rilevante passaggio del Caravaggio, se con l’interlocuzione e l’ascolto, la disattenzione e il distacco, o peggio subappaltando la questione dell’abitare alle forze dell’ordine come mero problema di ordine pubblico.
Nel farlo, porremo chiaramente l’accento sulla questione delle risorse, sia per quanto attiene allo spreco del patrimonio pubblico (spesso abbandonato, o ancora peggio venduto), sia rispetto all’inadeguatezza degli stanziamenti, e dei piani, contenuti dentro il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Non possiamo non ricordare come la Regione, a un certo punto, avesse messo sul piatto pubblico la richiesta di oltre un miliardo nel PNRR solo per la questione abitativa a Roma; ciò che vediamo, però, sono solo alcuni progetti PinQua, soprattutto Porto Fluviale e Cardinal Capranica, che sono certamente segnali importanti, ma che rischiano di rimanere delle “mosche” bianche” in un deserto di politiche abitative.
Non ci sembra pertanto di essere ipercritic* nel dire che la montagna ha partorito il topolino, e che per quanto ci riguarda riteniamo che la Regione non stia facendo abbastanza (o che comunque noi ne siamo informat*).
Non intendiamo far parte di cordate elettorali di nessun tipo, ma comunque pretendiamo di avere voce in capitolo rispetto alle politiche abitative in questa città, nonché di avere titolo al confronto che oggi manca. Questo è il senso della nostra assemblea e del programma che presenteremo.
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