La Corte Suprema israeliana ha respinto un appello presentato da due palestinesi in sciopero della fame da 70 giorni, che chiedevano la revoca degli arresti amministrativi. La Corte ha però consigliato alle autorità di verificare se non sia opportuno rilasciare i due – Taher Halahla e Bilal Diab, della Jihad islamica – per ragioni mediche.
I detenuti palestinesi sono determinati nella loro battaglia fino allo stremo, se l’autorità carceraria di occupazione non risponderà alle loro rivendicazioni:
- La fine della detenzione amministrativa.
- Il diritto alle visite per famiglie dei prigionieri della Striscia di Gaza, a quali questo diritto è negato da oltre 6 anni.
- Il miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri e la fine della legge ‘Shalit’, che priva i detenuti palestinesi dell’accesso ai giornali e ai media, e persino del materiale didattico.
- La fine alle politiche di umiliazione inflitte ai detenuti e alle loro famiglie, quali perquisizioni corporali.
- Le irruzioni notturne nelle celle e le punizioni collettive.
Dalle carceri israeliane i resistenti palestinesi chiedono la solidarietà internazionale, il sostegno alla loro lotta e la denuncia della macchina repressiva israeliana che si fa ogni giorno più dura.
La Comunità palestinese di Roma e del Lazio, l’Associazione Amici dei Prigionieri Palestinesi in Italia e l’Associazione Amici della Mezza luna Rossa palestinese, invitano , tutti/e uomini e donne, amici e compagni, cittadine e cittadini democratici a sostenere, con un giorno di digiuno, la giusta lotta dei prigionieri palestinesi, il venerdì 11 maggio, e partecipare al presidio di due giorni, giovedì e venerdì alla fermata metropolitana B Colosseo già iniziato dagli attivisti della rete romana di solidarietà col popolo palestinese.
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